lunedì 26 settembre 2011

Liberare la Chiesa dal suo fardello materiale e politico




Benedetto XVI non finisce di stupire e tra le tante altre cose che ha detto nel suo ultimo viaggio in Germania ne desidero sottolineare una in particolare:


"Gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa "demondanizzata" emerge in modo più chiaro. Liberata dal suo fardello materiale e politico, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo. Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell'adorazione di Dio e al servizio del prossimo".


Che dire? Che dalle parole la Chiesa (noi tutti) è chiamata a passare ai fatti. Ora occorrono gesti concreti, iniziative coerenti e azioni adeguate.


Ognuno può fare la sua parte. Partiamo da ogni singolo battezzato e guardiamo alle nostre comunità parrocchiali. Quali cose concrete, coerenti e adeguate con le parole di Benedetto XVI possiamo fare? Pensiamo alle feste patronali. Come liberarle dal fardello materiale e politico (per esempio la ricerca di consenso a tutti i costi, certe tradizioni paganeggianti, ecc.). Pensiamo agli arredi delle nostre Chiese, allo stile di interpretare la vita della comunità. Quale solidarietà? Quale carità? Dove finiscono le offerte e come ciascuno partecipa alle decisioni della vita della comunità? Pensiamo alle cose concrete che ogni diacono è chiamato a fare e come lo fa? A come il parroco vive il proprio ministero? Quali sono le priorità a cui dare risalto in un tempo di crisi etica ed economica?


Sento parlare di sobrietà. Ma quale è la risposta di verità concreta che ciascuno di noi da a questa parola. Come festeggiamo i sacramenti dell'iniziazione cristiana? Pensiamo alle feste per battesimi, comunioni e cresime. Quale immagine cristiana trasmettono le nostre celebrazioni del sacramento del matrimonio?


Potrei andare oltre le comunità parrocchiali ma ognuno con la propria intelligenza potrà proseguire su questa strada verso i livelli delle diocesi e oltre tevere...

venerdì 16 settembre 2011

Un medico a servizio dell'Amore di Dio




Mi ha molto colpito una notizia riportata dal quotidiano Il Giornale dal titolo: "Il medico che batte i tumori curando anche l'anima".


Leggila.


Sono rimasto a pensare a tante storie che conosco alcune delle quali mi appartengono molto da vicino e (non me ne vergogno) la commozione mi ha invaso. Grande "Grandi" credo che il modo con il quale interpreta la sua missione sia la stessa che dovrebbe incarnare ogni diacono (ma meglio ancora ogni cristiano, ancora di più ogni uomo). Ringrazio il Signore = Amore che riesce ad aprire i nostri cuori e fa in modo che ci siano uomini e donne capaci di questa "condivisione". Questo mondo, questo mondo nel quale viviamo, non è tutto votato al male ma c'è anche tanto bene. E' la prova che l'Amore di Dio c'è non solo nelle parole ma, soprattutto, nei fatti. Si, so bene che ci sono tanti altri esempi. Io, oggi, riporto questo ma ognuno, se vuole, può segnalarne altri. Sapere che l'Amore c'è aiuta la vita di ciascuno di noi. Un abbraccio.

mercoledì 14 settembre 2011

Scristianizzazione: una provocazione per riflettere.




Ne sentiamo parlare sempre più e da voci sempre più autorevoli. I credenti, soprattutto nell'occidente, diminuiscono. La Germania è quella che, probabilmente, ne mostra in maniera più evidente la concretezza.


Le indagini dei sociologi mettono al centro delle loro analisi questa realtà e le statistiche (i freddi numeri) le accreditano. Ma non basta. Anche tra i credenti sembra che la situazione sia problematica. Basti pensare che, sempre in Germania, solo il 58,7 % dei cattolici e il 47% dei protestanti crede che Dio ha creato la terra, ancora meno -scrive Andrea Galli su Avvenire di oggi a pagina 27- sarebbero coloro che credono nel concepimento verginale di Maria o nella Resurrezione dei morti.... L'età media dei praticanti non è incoraggiante: superiore ai 60 anni sia per i cattolici che per i protestanti.


Il cristianesimo, insomma, sarebbe solo un orizzonte culturale di questo tempo. E la FEDE dove è finita? Quale è il significato della parola FEDE? In che cosa crediamo? Il Santo Padre continua a predicare il coraggio della verità anche a costo di essere impopolare o insultato o disprezzato. Che fare? Il Consiglio della Chiesa evangelica a Stoccarda nel 1945 pensò che fosse necessario:


"Annunciare con più coraggio, pregare con più fiducia, credere con più gioia, amare con più passione".


E oggi è ancora questo un possibile programma? Me lo chiedo da tempo e non ho ancora una risposta. Alcuni ordini monastici di questo tempo credono che sia il momento di ridare vita a quelle antiche oasi di preghiera che sono i monasteri contemplativi dove la preghiera s'incarna con la vita di quanti vi dedicano l'intera esistenza diventando luce per chi decide di farsi aiutare a ritrovare la FEDE.


Chi frequenta questi luoghi nascosti sono soprattutto giovani in ricerca di autenticità o persone in crisi o alla ricerca di verità e di senso. Lasciano le città per trovare pace e gioia.


Io comincio a credere che questo sia un luogo nel quale possano stare insieme non solo monaci e monache, ma anche famiglie e clero. Una sfida per una vera e autentica riscoperta del cristianesimo da vivere oggi per contribuire a costruire la Chiesa del presente e del futuro.




martedì 13 settembre 2011

Strade ....(nuove)


La Parola di Dio ci insegna che è sulla strada che l'uomo incontra il Signore. Pensiamo ad Abramo che lascia la sua terra, a Mosè che che dall'Egitto conduce il popolo eletto alla Terra promessa, a Gesù che incontra i due discepoli sulla strada verso il villaggio di Emmaus...
Gesù cammina per le strade di Galilea.... l'incontro con Gesù è sulla strada.... i cristiani delle prime comunità erano conosciuti come "quelli che seguno la Via" . C'è, quindi, un legame profondo che Dio, sulla strada, stabilisce con l'uomo. Diventa indispensabile per l'uomo che cerca il Signore camminare sulla strada.


"Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri" (Salmo 25, 4)

" ...le vostre vie non sono le mie vie . oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie (Isaia 55, 9)


Emblematicamente siamo chiamati a percorre strade e sentieri sui quali il Signore ci vuole pellegrini e anche se non vogliamo ci conduce dove Lui vuole.
La nostra salvezza arriva proprio dall'accettazione di camminare sulla strada che Gesù ci mostra. Lui è sempre in movimento "non ha dove posare il capo".
Percorrere strada nuove, dunque, è necessario. Nessuno è chiamato a restare immobile e sempre deve accogliere e accettare le indicazioni che ci provengono dal nostro profondo spingendo i nostri passi "tra i rovi e l'erba alta" certi che dovunque c'è una strada, lì c'è Dio... L'impegno di ogni uomo e di ogni donna cristiana (seguaci della Via) è quella di mettersi in cammino sulla strada, lasciando la propria terra per abbracciare la Terra che il Signore ci mostrerà. Lasciare la terra natia (del peccato) per cercare quella un altra Terra (della salvezza). Altri luoghi, altra cultura, altro pensare, altro vivere...

lunedì 12 settembre 2011

Ministero diaconale e silenzio


"Io sono tranquillo e sereno ... spera nel Signore ora e sempre" (dal Salmo 131).
Quando preghiamo nel silenzio la nostra comunicazione con il Signore si fa più vera e profonda. La preghiera, infatti, non ha necessità di parole ma di un grande e fiducioso abbandono nel Signore.
Raggiungere questo stato è possibile quando ci rendiamo finalmente conto che certe cose non dipendono da noi ma appartengono al grande disegno di salvezza che il Signore ha pensato per noi. Fare silenzio (non solo con le parole...ma anche con i pensieri) è la strada che ci conduce alla felicità.
Comprendere che l'esperienza del silenzio unita a quella dell'abbandono nella braccia dell'Amore di Dio è ciò che ci eleva ad una dimensione altra significa imboccare la strada della vera felicità.
Dobbiamo, quindi, lasciare a Dio ciò che va oltre le nostre possibilità; confidare e sperare nel Signore della vita e della storia e quindi lodare Dio per ogni cosa.
Sarà più facile anche il nostro ministero diaconale nelle situazioni che siamo chiamati a vivere.
Eleviamo perciò il canto della lode al Signore affinchè ci aiuti e ci sostenga nel cammino della vita.

giovedì 8 settembre 2011

Se vi dicono

"Se vi dicono che afferrate le nuvole, che battete l'aria, che non siete pratici, prendetelo come un complimento.
Non fate riduzioni sui sogni.
Non praticate sconti sull'utopia.
Se dentro vi canta un grande amore per Gesù Cristo e vi date da fare per vivere il Vangelo, la gente si chiederà: Ma cosa si cela negli occhi così pieni di stupore di costoro?

don Tonino Bello (Vescovo)
          

lunedì 30 maggio 2011

Diaconi con la vita nel quotidiano 5



Vangelo di Luca


"Grandi cosa ha fatto per me l'Onnipotente".



Ripercorrere la propria storia è una cosa importante e necessaria per comprendere quale è la direzione da imprimere al nostro presente guardando al futuro.


Ogni uomo è stato destinatario di una grande attenzione del Signore. Si tratta di una attenzione che non cammina secondo i nostri desideri e secondo la logica umana bensì procede per strade e sentieri che non sono i nostri.


Sarà una gioia, quindi, riuscire a scoprire nei piccoli e grandi eventi della nostra vita come il Signore ci ha voluto bene, magari mettendo sulla nostra strada persone e situazioni che in qualche modo hanno contribuito a spingere i nostri passi in un mondo così complicato ma anche così bello.




Preghiamo il Signore perchè ci doni tempo e modo per comprendere quanto ci ha voluto bene e quanto ce ne vuole e di certo continuarà a volercene.




sabato 28 maggio 2011

Diaconi con la vita nel quotidiano 4



Vangelo di Giovanni

Dal Capitolo 14


"Non vi lascerò orfani: verrò da voi"


E' una delle grandi promesse di Gesù. Non saremo mai soli. Abbiamo con noi lo "Spirito della verità"... Gesù ci ha perciò lasciato un amico che ci accompagna nel nostro pellegrinaggio terreno. E un amico che non ci lascia mai soli. A volte siamo troppo occupati a fare e a pensare altro e non ne avvertiamo la presenza discreta e gentile. Quando però riusciamo ad ascoltarlo ecco che la sua risposta è ferma, decisa e autorevole. Ci indica una via, ci mostra una direzione e ci guida con saggezza per le vie del quotidiano.

Nella nostra pausa contemplativa proviamo ad ascoltare lo Spirito Santo e sapremo cosa fare e come farlo per essere graditi al Padre nostro che è nei cieli.

venerdì 27 maggio 2011

Diaconi con la vita nel quotidiano 3






Vangelo di Giovanni




"Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi".






I perseguitati sono in tanti e il loro numero cresce, purtroppo sempre di più. Si è perseguitati nelle più diverse realtà e situazioni ma anche per i motivi più diversi.


Essere perseguitati, oggi, come ieri, è una realtà che possiamo assaporare e/o vedere anche nelle persone che ci sono accanto.


Ebbene, se lo siamo, abbiamo un maestro da imitare: Gesù.


Se lo sono altri possiamo fare qualcosa perchè tutto questo finisca. Oggi proviamo perciò a guardarci intorno...a scoprire attorno a noi i perseguitati che ci vivono a fianco provando ad ascoltare il loro grido di dolore facendoci loro compagni di viaggio.


Buona giornata

giovedì 26 maggio 2011

Diaconi con la vita nel quotidiano 2


Vangelo di di Gv 15, 17


"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga"





Il Signore ci ha chiamati e chiama ciascuno perchè ciascuno possa portare il frutto che Lui si attende.
Oggi nel nostro quotidiano siamo chiamati a riflettere su quale è il frutto che noi stiamo portando al Signore e se questo frutto è destinato a rimanere.
La giornata certamente ci offrirà opportunità e occasioni per porre in essere "buone pratiche" capaci di testimoniare la nostra fede e adempiere alla nostra missione.
Buona giornata

Diaconi con la vita nel quotidiano 1


Giovanni 15, 9-11
"Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimando nel suo amore. Vi ho detto queste cose perchè la mia gioia e la vostra gioia sia piena".


Amare come lui ci ha amato e come il Padre ha amato Lui. Un amore così grande da dare il suo Figlio per la salvezza del mondo. Non è cosa facile ma la promessa è la gioia piena.
Oggi cercheremo perciò di vivere questa Parola cercando di incarnare più pienamente uno dei dieci comandamenti scegliendolo fra quello che più ci costa e più ci fa problema. A sera, ripercorrendo la nostra giornata, cercheremo di vedere se siamo riusciti nell'impresa.
Buona giornata

lunedì 9 maggio 2011

Un dialogo da realizzare nel silenzio



Ho sempre desiderato il silenzio come momento nel quale raccogliere i pensieri e riflettere. Per questo non manco occasione di cercare, nel quotidiano della giornata, di ritagliarmi spazi dove poter coltivare questo desiderio.
Oggi più che mai, credo, il silenzio vada cercato in ogni modo perchè ciascuno possa avere la possibilità di stare da solo e meditare sulla propria vita alla luce, magari, della Scrittura.
Le pagine della Bibbia, infatti, vanno gustate in spazi e tempi appropriati all'interno dei quali offrirsi con sincerità per essere scrutati e per scrutare quanto ci circonda.
Il silenzio è, quindi, una condizione essenziale per compiere questo viaggio dentro di noi e accompagnati da Lui. Nel silenzio, infatti, l'ascolto della Parola di Dio si fa più profondo, più vero e più autentico.
L'essere diaconi della Chiesa e per la Chiesa ci deve suggerire di coltivare sempre di più questa dimensione perchè il nostro viaggio terreno si compia nel miglior modo possibile avendo noi la possibilità di ascoltare il Signore e di farci ascoltare da Lui.
E' nel silenzio, infatti, che il dialogo con il Dio dell'infinito si fa più intenso e più capace di portare frutti a noi e alla porzione di popolo di Dio alla quale siamo stati inviati.

giovedì 28 aprile 2011

Anniversario dell'ordinazione



In questo giorno (28 aprile) di quattro anni fà sono stato ordinato diacono permanente della Chiesa Cattolica. Il Signore ha così voluto colmarmi della sua Grazia chiamandomi al suo servizio.
Ritornare a quel giorno è motivo di profonda gioia perchè rinnova in me il senso della gratitudine che mi accompagnerà per sempre e la memoria di un impegno che ho assunto liberamente.

Nella preghiera consacratoria, il Vescovo della mia ordinazione, S.E. Mons. Pierluigi Mazzoni dopo aver invocato l'aiuto di Dio onnipotente e richiamato la sua azione di provvidenza di Padre per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore e l'opera dello Spirito Santo; dopo aver ricordato la formazione della Chiesa, corpo del Cristo, con i suoi molteplici carismi e ministeri; dopo aver ancora fatto memoria di come agli inizi della Chiesa gli Apostoli, guidati dallo Spirito Santo, scelsero sette uomini stimati dal popolo, come collaboratori nel ministero e con la preghiera e con l'imposizione delle mani affidarono a loro il servizio della carità, per potersi dedicare pienamente all'orazione e all'annuncio della parola ha continuanto la preghiera di ordinazione, con le seguenti parole:

+ Ora, o Padre, ascolta la nostra preghiera;
guarda con bontà questi tuoi figli,
che noi consacriamo come diaconi
perchè servano al tuo altare nella santa Chiesa.
Ti supplichiamo, o Signore,
effondi in loro lo Spirito Santo,
che li fortifichi con i sette doni della tua grazia,
perchè compiano fedelmente l'opera del ministero.
Siano pieni di ogni virtù:
sinceri nella carità,
premurosi verso i poveri e i deboli,
umili nel loro servizio,
retti e puri di cuore,
vigilanti e fedeli nello spirito.
L'esempio della loro vita, generosa e casta,
sia un richiamo costante al Vangelo
e susciti imitatori nel tuo popolo santo.
Sostenuti dalla coscienza del bene compiuto,
forti e perseveranti nella fede,
siano immagine del tuo Figlio,
che non venne per essere servito ma per servire,
e giungano con lui alla gloria del tuo regno.
Egli è Dio e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Prego il Signore che mi assista sempre e che la sua infinita misericordia mi doni la forza e il coraggio per sostenere il cammino di questa esistenza terrena nella quale mi ha chiamato ad un servizio così complesso e difficile.

mercoledì 27 aprile 2011

Beatificazione Giovanni Paolo II


Tra qualche giorno Giovanni Paolo II sarà beatificato. Sarà un momento di grande intesità e con la memoria sarà facile ripercorrere gesti, parole e azioni che hanno colorato la sua vita e quella di tante persone di tutte le età.
La Chiesa, ancora una volta, madre e maestra, riesce a stupirci esaltando un uomo che è stato capace di sollevare le masse e di emozionare giovani e meno giovani.
So bene che quando si parla di emozioni c'è qualcuno che storce il naso. Lo faccia pure a me poco importa.
La nostra umanità richiede anche emozioni forti e profonde capaci di scuotere il nostro quotidiano sempre troppo freddo e troppo scontato. Grazie Giovanni Paolo II per aver saputo toccare le corde delle nostre emozioni, di averci fatto sorridere, di averci fatto commuovere e piangere, di averci donato un esempio di vita così particolare.
Grazie davvero !!!

PS Ho scelto la foto che vedete perchè Frere Roger, fondatore della Comunità di Taizè, è stato un grande amico di Giovanni Paolo II e perchè con la sua dolcezza e profondità ha saputo toccare, anche lui, il cuore di tanti giovani di ogni parte del mondo.
Nel silenzio il nostro cuore riesce per davvero a trovare una strada verso la felicità.

sabato 23 aprile 2011

Buona Pasqua



LA TOMBA VUOTA






...Ha dato il potere di diventare figli di Dio...

sabato 19 marzo 2011

Quaresima 1: cammino nell'umiltà


Un giorno un ragazzo sentì parlare di umiltà. Era una parola che non aveva mai sentito e che, perciò, ignorava completamente. Decise allora di chiedere al papà di spiegarli di cosa si trattava.
Il papà ci pensò un attimo, poi prese tra le mani un grande libro lo aprì e disse: "Ascolta, figlio mio".
"Gesu' si alzo' da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto" (Gv 13,4).
Poi, guardando il figlio negli occhi disse: "Vedi figlio mio carissimo, ecco, questa è l'umiltà: chinarsi a lavare i piedi ai fratelli".
Ricordiamo che tra i discepoli c'era Giuda Iscariota che poi lo avrebbe tradito; c'erano Giacomo e Giovanni che volevano essere i primi; c'era Pietro che lo avrebbe rinnegato; c'era Tommaso, quello che non credeva alle apparizioni di Gesù. Gesù lava i piedi di tutti, dell'umanità intera. "Papà -disse il figlio- e noi come dobbiamo comportarci?". Il papà prese le sua mani e disse: "Ti rispondo con le stesse parole usate da Gesù: "Se dunque io, il Maestro e il Signore, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi".
Questo è il grande insegnamento di Gesù a riguardo dell'umiltà.
Gesù si è chinato davanti ai suoi discepoli, si è abbassato fino ai piedi.
Il figlio restò un attimo in silenzio e poi disse: "Papà, allora chi dice di essere sottomesse solo a Dio e non agli uomini non è una persona umile?". Il papà rispose: "Quella, caro figlio, è falsa umiltà. Alcuni non hanno l'umiltà di chiedere scusa. Capita, infatti, che ci siano discussioni, malintesi e ci si arrabbi ma poi non si ha il coraggio di chiedere scusa. C'è anche chi pensa di sapere di tutto, di possedere la verità, di non aver bisogno di nessuno, di essere così intelligente di essere il migliore. Questo, caro figlio, manca di umiltà. E' solo un orgoglioso magari anche un egoista. C'è anche chi predica l'umiltà ma poi si comporta in tutt'altro modo. A Gesù non interessano tanto le nostre parole, Lui sta attento alle nostre azioni.
A volte il Signore permette che nella nostra vita ci capitino delle situazioni per provarci, per farci vedere se siamo capaci di mettere in pratica ciò che diciamo di credere ( 1 Corinzi c.9.v.27.) Gesu' vuole che noi ci umiliamo gli uni agli altri.

sabato 26 febbraio 2011

Giustizia e povertà


Ieri sera nella mia parrocchia abbiamo organizzato un incontro al quale abbiamo invitato le "persone di buona volontà", disponibili e sensibili verso i "poveri".
Perchè? C'è una evidente necessità di potenziare i servizi Caritas già attivi per far fronte ad altre situazioni che si fanno sempre più forti.
All'incontro hanno partecipato 15 persone che si sono dette disponibili a collaborare nel progettare e mettere in atto iniziative concrete ma anche e soprattutto politiche di educazione e di sensibilizzazione alle tematiche della carità rivolte alla comunità tutta.
E' molto probabile che la prima concreta iniziativa in questa direzione possa partire già mercoledì 9 marzo, giorno delle ceneri e, quindi, inizio della quaresima.
Con il parroco siamo d'accordo che occorre coinvolgere sempre più persone della Comunità al fine di realizzare una presenza che sia di stimolo per tutta la Città verso pratiche orientate all'amore per il prossimo.
Tutto questo perchè la "giustizia" possa diventare il metro con il quale misurare la concretezza del nostro agire quotidiano.

sabato 19 febbraio 2011

I diaconi e il loro impegno


Un mio amico prete con il quale conversavo in merito al diaconato e ai diaconi, tra le altre cose mi ha detto. "Fate qualcosa di visibile, qualcosa che vi qualifichi, qualcosa che faccia vedere che siete persone di valore....".

Ci ho pensato un attimo, poi gli ho detto che ai diaconi basta essere persone di relazione capaci di guidare la propria famglia in un tempo e in un contesto nel quale già questo mi sembra una buona testimonianza. ll resto viene da se e non ha bisogno del clamore delle cronache giornalistiche e nemmeno del riconoscimento pubblico sia dentro che fuori la Chesa. Poi il confronto è proseguito su altro ...

Questa mattina, poi sulla mia cittadina, Castelforte, c'era uno splendido sole e la primavera ha iniziato a mostrarsi. Allora sono sceso nel piccolo giardino sotto casa e ho iniziato a vangare il terreno per prepararlo ad accogliere il piccolo orto che da qualche anno cerco di coltivare con mia moglie. Ebbene mi sono tornate in mente le parole del mio carissimo amico prete e mentre riflettevo mi è tornata in mente la Prima lettera a Timoteo dove si parla dei diaconi.
Nel pomeriggio dopo aver fatto visita ad un amico che ha perso la moglie due mesi fa, ho preso tra le mani la Bibbia e sono andato a prendere la lettera a Timoteo per ritrovare il passo dedicato ai diaconi e rileggerlo:

1TM 3, 8-13 "Allo stesso modo (dei vescovi) i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell'uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù".

Insomma è nella vita quotidiana con la propria famiglia (moglie e figli) che il diacono prima di tutto gioca la sua carta vincente, poi il ministero è una conseguenza logica nella quale non sono chiamati a fare cose grandi ma ad esprimere umilmente la fede nel Dio Padre che è sempre misericordioso e del quale siano chiamati a fidarci e al quale dobbiamo affidarci.

Lo Spirito Santo scrive anche attraverso le strade storte degli uomini. E allora di cosa dobbiamo aver paura? Facciano ciò che credono opportuno a noi spetta il solo compito di saper guidare la famiglia e di esercitare bene il ministero affidato. (Wei mica poco...).

giovedì 3 febbraio 2011

I diaconi e l'accoglienza dei poveri.


Stanno aumentando i centri di ascolto nelle realtà parrocchiali della mia diocesi. A giorni ne aprirà uno nuovo in una parrocchia situata nelle immediate vicinanze di quella dove io presto servizio. E' una bella notizia. E' ancora più bella perchè a prestarvi servizio sarà il diacono che in quella parrocchia è stato inviato a prestare il suo ministero dal Vescovo. Che bello!!! Ma non basta. La Caritas diocesana che è già molto attiva e che gestiste, tra le altre cose, anche una mensa diurna e alcuni posti letto si sta organizzando per promuovere la costituzione di una rete di centri di ascolto per cercare di arginare il fenomeno dell'usura.
Le parrocchie, con le rispettive comunità, sono state, quindi, chiamate ad organizzarsi e a collaborare. Quale occasione migliore per i vari diaconi che vi prestano servizio di dedicarsi a questo compito?
La povertà è antica come il mondo. I poveri ci sono sempre stati e sempre ci saranno. E' una realtà che non possiamo negare. Non la possiamo negare in questo nostro tempo nel quale, anzi. le sacche di povertà stanno aumentando e molti che vivevano in situazione "tranquilla" sono precipitati e stanno precipitando tra i "poveri". Colpa della crisi, si dice. Ma non è di questo che intendo parlare. Intendo, invece, porre o riproporre il ruolo e il compito dei diaconi come ministri della carità. Atti 6, 1-7 è spesso citato a questo proposito. Altri, però, sottolineano come i diaconi siano chiamati a servire anche nell'Evangelizzazione oltre che nella Carità (vedi Stefano, Filippo, ecc.). Allora?
Allora io proporrei ai diaconi che possono Evangelizzare e farlo in maniera piena riconquistando un proprio spazio di servizio al fianco dei poveri; al fianco di quanti vivono il bisogno; di quanti desiderano o si aspettano di incontrare "Cristo".
Cristo non ha mani, ha le nostre mani;
non ha occhi ma ha i nostri occhi;
non ha orecchi ma sente attraverso di noi.
Rendere presente e visibile Cristo è compito di ogni battezzato ma, in maniera speciale è chiamato a farlo il diacono a cui è stata conferita la grazia sacramentale. Il diacono, quindi, è proprio colui il quale è chiamato a riproporre l'immagine del Cristo-Servo nella comunità, per la comunità e, direi, per il mondo intero. Ebbene, in che modo, ciascuno di noi diaconi può rendere testimonianza ed evangelizzare il proprio quotidiano. Forse, è proprio in questo nostro tempo così complesso e difficile e nel quale le povertà materiali e morali stanno conquistando sempre più spazi che il diacono è chiamato a "scendere" tra gli ultimi rendendo chiara e visibile l'immagine del Cristo-Servo che questo ministero è chiamato ad incarnare.

sabato 29 gennaio 2011

Beati i poveri "in spirito" perchè di essi è il regno dei cieli


Sebbene Matteo all'affermazione "Beati i poveri" faccia seguire "in spirito" che non c'è in Luca facendo pensare che questa beatitudine si rifesca tanto ai poveri che ai ricchi appare più logico e più verosimile affermare che Gesù, con questa prima beatitudine, con la quale inizia il discorso sul monte, faccia riferimento, invece, alla povertà materiale. D'altra parte egli stesso e i suoi discepoli la vivono nel loro pellegrinare tra strade e sentieri della Galilea e Giudea.

E allora? Allora la povertà, unita all'umiltà, appare una situazione di vita che introduce con maggiore facilità nel Regno dei cieli così come mi è capitato di vedere in una situazione di vita che ho vissuto ieri sera.

Proprio ieri sera, infatti, nella parrocchia dove svolgo il mio ministero ho incontrato, per caso, una giovane mamma di tre figli. Il più grande frequenta la terza elementare e l'ultimo ha due anni. Mentre stavamo chiacchierando è scoppiata in lacrime. Il marito da tre anni è disoccupato. Si arrangia con qualche lavoretto d'estate mentre in questo periodo le occasioni di lavoro sono veramente poche. Hanno un mutuo da pagare di € 400,00
E' tutta la sera che ci penso e mentre scrivo questo post il mio pensiero vaga alla ricerca di un possibile aiuto da dare. La Caritas? Certo, mi sono informato. Questa famiglia è già in carico e riceve quel poco che viene distribuito. Ma è sufficiente? E' giusto che non possano avere un lavoro che conceda loro libertà e dignità? Non credo proprio. Sia lei che il marito hanno appena 30 anni. Forse lui, ho pensato, non ha molta volontà di lavorare? No. Mi dicono che è un ragazzo volenteroso. Ma quanti sono in questa situazione?
Mi sembra che simili situazioni vadano sempre più aumentando e non si intravedono possibili vie d'uscita. La classe politica nazionale appare affaccendata in tutte altre cose e c'è una guerra di tutti contro tutti. E i poveri nel frattempo che fanno? La situazione è drammatica.

E' vero, il Signore ci assicura il "regno dei cieli" e siamo chiamati a fidarci e affidarci ma nel frattempo noi che possiamo fare concretamente?

mercoledì 26 gennaio 2011

Il tempo della missione: non possiamo sottrarci.


Il Santo Padre ha stabilito che il tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale che verrà celebrata il 23 ottobre è: "Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi".
L'impegno missionario ha un grande valore e il Papa ha posto in evidenza che c'è un grande bisogno di annunciare e riannunciare il Vangelo in questo tempo nel quale "è in atto un profondo cambiamento culturale alimentato dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall'imperante relativismo. Un cambiamento -prosegue il Papa- che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescinde dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali....Si tratta -scrive ancora nel suo Messaggio- di sostenere istituzioni necessarie per stabilire e consolidare la Chiesa mediante i catechisti, i seminari, i sacerdoti; e anche di dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà, di malnutrizione soprattutto infantile, malattie, carenze di servizi sanitari e per l'istruzione. Anche questo rientra nella missione della Chiesa".
Il Papa ci chiama tutti, quindi, a diventare costruttori della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato e a collaborare alla realizzazione del piano di salvezza di Dio per l'umanità. Sono queste le sfide di questo tempo che chiamano il cristiano a camminare insieme agli altri e la "missione è parte integrante di questo cammino con tutti".
Che fare? Me lo chiedo come battezzato ma anche come diacono.

venerdì 21 gennaio 2011

Moralità, giustizia e legalità


"La Chiesa spinge ed invita tutti, soprattutto coloro che hanno responsabilità pubblica di ogni genere e in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità".
Sono queste alcune parole espresse dal Segretario di Stato del Vaticano Card. Tarcisio Bertone nella giornata di ieri e che invitano TUTTI ad una profonda riflessione.
La crisi morale che accompagna una crisi economica e, direi sociale, rappresenta, in questa fase storica, un tratto distintivo che si riflette in maniera forte e profonda sul vissuto concreto di tutti noi.
Mi sono chiesto, come diacono, cosa fare. Il diacono è, tra l'altro, ministro della carità, chiamato a servire, soprattutto i poveri e le povertà. Nella categoria delle povertà non ci sono, evidentemente, solo quelle materiali ma anche quelle morali. Ecco allora che l'appello del Cardinal Bertone ci riguarda tutti a tutti i livelli. Ciascuno è, quindi, chiamato a fare la sua parte nella propria realtà di vita cercando di evidenziare, con la propria testimonianza, quei valori che danno senso alla vita. Inoltre è vero che non siamo chiamati a condannare ma non possiamo far finta di niente o peggio ancora, come mi è capitato di sentire, giustificare certi tipi di atteggiamenti. Ciò è ancora più grave quando questo tipo di comportamenti viene posto in essere da persone al centro dell'attenzione. Il loro stile di vita potrebbe essere preso come modello. In questi casi è chiaro che occorre maggior senso di responsabilità da esprimere attraverso comportamenti adeguati. Tali comportamenti non escludono l'uscita dalla scena pubblica e se ne esistono i presupposti la necessità di esprimere una difesa al fine di chiarire i fatti.

giovedì 13 gennaio 2011

Rabbia, delusione e sofferenza


Il Signore quando meno te lo aspetti ti mette alla prova. Ed è così che ci fa vivere situazioni di vita quotidiana nelle quali siamo chiamati non solo a dire ma a dimostrare con i fatti che veramente lo amiamo attraverso le persone che incontriamo. Passare dalle parole ai fatti non è facile; le difficoltà sono tante; le resistenze non mancano; i condizionamenti toccano pensieri e azioni. Tutto sembra farsi per davvero difficile.

Ci chiediamo perchè veniamo messi, a volte, bruscamente davanti a certe scelte e certe prove? Solo il Signore, che lo permette, può rispondere. Solo il Signore sà perchè. A noi resta la rabbia, la delusione, la sofferenza della nostra condizione. Rabbia, delusione e sofferenza nelle quali, spesso, non abbiamo altro aiuto e sostegno se non Lui. Sembra che neppure gli amici, che pur dicono di esserci vicini, ci possano comprendere e, quindi, sostenere e incoraggiare.

Tutto quello che siamo chiamati a vivere è, quindi, evidentemente, davvero necessario per la realizzazione del piano di Dio su di noi e, perciò, per la nostra crescita e per la nostra formazione. Credo che nei momenti difficili sia importante pensare in questo modo essendo convinti che il Signore mai ci farà mancare il suo aiuto e il suo sostegno. Noi siamo suoi figli e un Padre non può volere nulla di male per i suoi figli. Ecco allora che siamo chiamati ad avere coraggio per andare avanti, ad avere fiducia nel Signore e a sperare che le cose andranno meglio. Un abbraccio

sabato 8 gennaio 2011

Ricomincio oggi ...


Possediamo tante cose ma l'unica veramente nostra è la capacità di amare. Se lo faremo con tutto noi stessi saremo per davvero felici. Allora AMA con "libertà vera" e sii felice.
Io prego il mio Signore per te.
Un abbraccio vincenzo