sabato 19 febbraio 2011

I diaconi e il loro impegno


Un mio amico prete con il quale conversavo in merito al diaconato e ai diaconi, tra le altre cose mi ha detto. "Fate qualcosa di visibile, qualcosa che vi qualifichi, qualcosa che faccia vedere che siete persone di valore....".

Ci ho pensato un attimo, poi gli ho detto che ai diaconi basta essere persone di relazione capaci di guidare la propria famglia in un tempo e in un contesto nel quale già questo mi sembra una buona testimonianza. ll resto viene da se e non ha bisogno del clamore delle cronache giornalistiche e nemmeno del riconoscimento pubblico sia dentro che fuori la Chesa. Poi il confronto è proseguito su altro ...

Questa mattina, poi sulla mia cittadina, Castelforte, c'era uno splendido sole e la primavera ha iniziato a mostrarsi. Allora sono sceso nel piccolo giardino sotto casa e ho iniziato a vangare il terreno per prepararlo ad accogliere il piccolo orto che da qualche anno cerco di coltivare con mia moglie. Ebbene mi sono tornate in mente le parole del mio carissimo amico prete e mentre riflettevo mi è tornata in mente la Prima lettera a Timoteo dove si parla dei diaconi.
Nel pomeriggio dopo aver fatto visita ad un amico che ha perso la moglie due mesi fa, ho preso tra le mani la Bibbia e sono andato a prendere la lettera a Timoteo per ritrovare il passo dedicato ai diaconi e rileggerlo:

1TM 3, 8-13 "Allo stesso modo (dei vescovi) i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell'uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù".

Insomma è nella vita quotidiana con la propria famiglia (moglie e figli) che il diacono prima di tutto gioca la sua carta vincente, poi il ministero è una conseguenza logica nella quale non sono chiamati a fare cose grandi ma ad esprimere umilmente la fede nel Dio Padre che è sempre misericordioso e del quale siano chiamati a fidarci e al quale dobbiamo affidarci.

Lo Spirito Santo scrive anche attraverso le strade storte degli uomini. E allora di cosa dobbiamo aver paura? Facciano ciò che credono opportuno a noi spetta il solo compito di saper guidare la famiglia e di esercitare bene il ministero affidato. (Wei mica poco...).

1 commento:

luigi vidoni ha detto...

La nostra visibilità, può anche tradursi in cose grandi, ma - come dici tu - chiunque può vedere e sperimentare la nostra visibilità quotidiana; sia i sacerdoti con i quali collaboriamo sia i fedeli che serviamo...
Se il nostro vivere è coerente e vigilante non mancheranno le occasioni per rendere più "visibile", anche in maniera più articolata, questo ministero. E' tutta la chiesa che deve crescere e prendere coscienza della novità (sacramentale e profetica) del diaconato...
Nella nostra "pazienza" possederemo la nostra vita...
Un abbraccio!
Luigi