venerdì 19 ottobre 2007

Pregare con fede


Dal Vangelo secondo Luca 18, 1-8 "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.Parola del Signore

Riflessione
Credo che il tema di fondo sia quello della giustizia di Dio. Una giustizia che mette al primo posto i poveri, gli oppressi, gli emarginati…le vedove appunto.
E’ una giustizia che ritengo certa e nella verità. Una verità che non è quella umana ma quella di un Padre che conosce tutto, proprio tutto di noi. Una giustizia che vince le nostre ipocrisie, il nostro perbenismo e il nostro procedere mascherato.
Mai come in questo tempo tutto questo mi sembra vero e visibile. E proprio in questo tempo ci sono persone che attendono “giustizia” e fanno fame e sete di essa. Anzi, man mano che questa società procede nella sua storia mi sembra che la questa fame e questa giustizia si annuncia come necessaria ed indispensabile. In questo senso vedo l'urgenza di pregare di chiedere con forza al Padre che manifesti la sua giustizia.
La preghiera, questa preghiera, diventa, a mio avviso, un affidarsi, un mettersi nelle braccia del Padre e invocare il suo intervento affinché il “cavallo e il cavaliere” empio sia gettato nel mare. Ecco allora l’emergere dell’urgenza di una fede profonda, forte e anticonformista. Una fede che sappia vivere dell’imitazione della Pasqua del Signore; di una fede che nell’amore e nel dolore del quotidiano faccia emergere in ogni uomo e in ogni donna il segno della gioia che il Signore ci chiede di mostrare e testimoniare.




2 commenti:

julo d. ha detto...

Carissimo Vincenzo, bellissime e sacrosante parole le tue. Grazie di cuore.
C'è una cosa che però in questo brano del Vangelo mi ha sempre colpito ed è la frase finale: "il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" E' una domanda che mi ha sempre fatto tremare le vene ai polsi. Tempo fa comentavo col mio parroco che difficilmente la si sente commentare in un'omelia, tranne che per scagliarsi contro il mondo e/o i fedeli.
Io invece la sento rivolta soprattutto a me, alla mia fede, alla sua autenticità. Credo realmente nel Dio delle Scritture, nel Dio annuciato e rivelato dal Figlio? o non credo piuttosto in un dio che mi sono creato io, prendendo quello che mi piace o che mi fa comodo dalla rivelazione?
Tutti noi abbiamo un continuo bisogno di purificazione non solo dai peccati, ma anche nella nostra fede.

Pace e benedizione

Julo d.

Anonimo ha detto...

Condivido con entrambi, credo anche che pregare, oltre che affidarsi completamente al Signore ed insistere nel chiedere che si realizzi la Sua giustizia, ci impegna ogni giorno, con tutte le nostre forze, ad adoperarci, laddove la giustizia non c'è, con la testimonianza e l'impegno della nostra vita per promuovere ciò che è giusto. Così pure per la pace e quando chiediamo il sollievo dalle malattie e dalle difficoltà, ogni preghiera formulata va incarnata e allora diventa vera Comunione!

Mario diacono