sabato 1 settembre 2007

I giovani ad una svolta.


Il teologo Enzo Bianchi ha detto: «Oggi i giovani sono alla ricerca di cose più essenziali e più congrue a una tradizione liturgica che ha una sua specificità. Non si può usare la musica del mondo, anche in senso positivo, per qualcosa che invece deve narrare l’Altro. Se Dio è l’Altro, altra è la musica, altri sono i segni, altre le parole, altra la maniera di trovarci». Passi per il concerto, «queste cose i giovani le trovano ovunque, si vede che hanno voluto offrire uno spettacolo... L’importante, però, è che durante la veglia si preservi la sacralità della musica».
Le sue parole sono state pronunciate con riferimento all'Agorà dei Giovani che si sta svolgendo a Loreto.
E sempre a proposito dei giovani mons. Bruno Forte ha detto: «Penso alle migliaia di ragazzi che ho incontrato, soprattutto nelle scuole, lì dove tu vedi anche i tanti che non vanno parrocchia: è stata una esperienza bellissima perché ha rivelato, attraverso le loro domande sempre vere, che c'è nel profondo di questi ragazzi una nostalgia di senso, di verità, di bellezza, di amore, enormemente più grande di quella che dall'esterno può apparire ........Credo che i ragazzi abbiano bisogno di essere ascoltati e di uno che non li giudichi, ma che ascoltandoli li accolga, li ami, e dica mettendo in gioco se stesso la verità della sua vita, non una verità astratta....».
Sembra perciò di scoprire un'altro mondo giovanile. Uno che non trova posto nelle cronache giornalistiche tutte uniformate su un certo tipo modello. Insomma siamo, finalmente, ad una svolta?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Boh, io non so dove tutti trovino sta nostalgia di verità, supreme aspirazioni, sincera ricerca, ecc... Io vedo che ognuno va dove gli pare, e lì si impegna tanto quanto è disposto a fare. Laddove la fatica della riforma personale (dolore, sofferenza, sacrificio, ecc...)supera il piacere... beh, inizia a farsi un po' più di vuoto.
Bah, banale psicologia della religione.

Il Cristianesimo è un problema di singoli. Le folle sono un fenomeno di circostanza, che può esaltare come può crocifiggere.

Finché si sonderà il terreno spirituale per mezzo della sola analisi emotiva, avremo sempre folte schiere di gran cristiani. Guardiamone la sostanza e ci si ritroverà ad avere una setta catecombale.

Per questo mi arrabbio tanto con sti illustri teologi: vivono di parole.