Dal 28 ottobre 2007 don Sandro De Pretis, prete trentino, è in carcere a Gibuti, sulla base di accuse palesemente infondate che variano dalla pedofilia alla corruzione di minori. Dietro queste accuse una campagna diffamatoria che ha radici altrove.
Per la liberazione di don Sandro, insieme alla comunità di Trento e di Gibuti, chiediamo anche il tuo sostegno.
Il blog è dedicato ai diaconi permanenti italiani ma è aperto a tutta la Chiesa e non solo. I diaconi in Italia sono circa 3500 e svolgono un ministero che il Concilio Vaticano II ha voluto ripristinare. Anche i diaconi hanno qualcosa da dire e da...ascoltare.
lunedì 28 gennaio 2008
Firma la petizione di vita trentina per la liberazione di di don Sandro de Petris
sabato 26 gennaio 2008
Gesù inizia la missione
martedì 22 gennaio 2008
San Vincenzo, diacono e martire: che bella ricorrenza!!!
martedì 15 gennaio 2008
Diaconia in questo tempo
lunedì 7 gennaio 2008
La funzione del diacono
Sul numero 147 della Rivista "il diacononato in Italia", periodico bimestrale a cura dell Comunità del diaconato in Italia è stato pubblicato un contributo di Bart j. Koet dal titolo: "Diaconi: tappa di una carriera?".
Lo scritto di Bart è molto interessante in quanto analizza il libro di Gibaut dedicato alla ricostrizione del diaconato e contemporameamente sollecita una più ampia riflessione sul ministeri dei diaconi, sulla loro funzione, sui compiti evidenziando che si tratta di una figura a se stante e autonoma nell'ambito dell'organizzazione della Chiesa. Dalla ricostruzione storica, suffragata, da una serie articolata e ampia di documenti risulterebbe che la figura del diacono ha una propria connotazione distinta da quella del presbitero. Lo stesso Gibaut cita diaconi eletti papi, di diaconi cardinali, l'ultimo dei quali il cardinal Teodolfo Mertel vissuto fino al 1899 non era presbitero e si recava a messa accompagnato dal suo segretario. Perfino il Cardinale Giacomo Antonelli (1808-1876) segretario di stato di Pio IX è un esempio di Cardinale diacono non presbitero. "IL tentativo di Gibaut di offrire un contributo alla restaurazione del diaconato-scrive Bart j. Koet- è stato, a mio avviso, efficace". Poi si chiede "Quale era, a quel tempo, il proprium del diaconato?...il diacono era per molti aspetti l'uomo di fiducia del vescovo, tanto che nei primi secoli egli poteva anche diventare il primo nella sua successione". L'invito allora è: "Cercare di nuovo le radici può fare ispirazione al rinnovamento di un diaconato che ritrova il diretto legame con le sue fonti". Una bella sfida da accogliere e rilanciare per dare corpo e visibilità ad un dibattito forte su una questione che ritengo importante per il futuro della Chiesa.