domenica 16 settembre 2007

Unità Pastorali


Dal 1997, vivo in una Unità Pastorale. Si tratta di un nuovo modello di organizzazione della Chiesa che vede la presenza di più sacerdoti e diaconi che collaborano per la pastorale.
E' un'esperienza di Chiesa senz'altro impegnativa nella quale uno dei parroci, il moderatore, è chiamato a coordinare i vari ministri, gruppi e associazioni che vivono nell'Unità Pastorale secondo un progetto la cui redazione dovrebbe aver coinvolto tutta la Comunità (o le Comunità che compongono l'Unità Pastorale). Nella mia realtà l'Unità Pastorale è composta di cinque parrocchie alcune piccolissime altre più grandi affidate a tre sacerdoti e a sette diaconi. A distanza di 10 anni dalla sua nascita e costituzione questa esperienza di chiesa sta proseguendo il suo cammino e si attende una verifica complessiva della sua vita. Nonostante il lavoro fatto continuano a manifestarsi segnali di persone che vivono con difficoltà la mancanza di un presbitero fisso nella propria parrocchia. Di qui nascono vari tipi di problematiche che il parroco moderatore cerca di affrontare mettendo in campo un grande lavoro di mediazione costante. Mi piacerebbe sapere se siete a conoscenza di altre esperienze e la loro storia. Sarebbe anche interessante conoscere la vostra opinione su questo nuovo modello di organizzazione. Da parte mia sono a disposizione per aggiungere particolari sulla nostra esperienza, sulle difficoltà e sulle gioie che abbiamo vissuto e che viviamo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Perché non eviti di passare dalla moderazione con i commenti. Il tutto risulterebbe più fluido e, al massimo, se qualcuno ti dà noia lo banni.

Comunque i miei complimenti: hai un ottimo talento di sintesi. E' importante.

vincenzo ha detto...

Carissimo PDBmaster,
credo che un blog di questo tipo abbia necessità della moderazione. D'altra parte io mi collego con notevole frequenza e ogni commento viene visualizzato a distanza di pochissimo tempo. Tutto ciò è anche a tutela degli amici del blog che non debbono essere disturbati da aventuali soggetti non interessati agli argomenti. comunque grazie per il consiglio e per i complimenti. Sono sempre graditi.

julo d. ha detto...

Ne ho sentito parlare, anche se per il momento nella nostra diocesi non ce ne sono. Però il nostro Vescovo, conscio che tra poco sarà necessario istituirle, sta lavorando molto per educare i preti a questo nuovo modo di esercitare.

Io penso che possano essere realmente un dono dello Spirito. Tutto dipende da come verranno attuate nel concreto. Ho parlato sia con persbiteri che con diaconi che vivono già queste realtà. In alcuni casi sono state occasione di crescita, anche molto forte, sia delle comunità che del clero. In altri sono state l'inferno per il clero e lo sconforto per le comunità.

Da quello che ho sentito penso (ma è un'opinione sul sentito dire, per cui sarebbero gradite conferme/smentite) molto dipende dal coordinatore. Se realmente cerca la collaborazione e la valorizzazione dei vari ministri, allora c'è armonia e crescita generale. Se invece cerca d'imporsi, di decidere tutto lui, allora sono guai.

Pace e benedizione

Julo d.

don Natalino ha detto...

Le Unità Pastorali sono state concepite, evidentemente, per mancanza di sacerdoti. Io però queste le vedo non tanto come una necessità ma una benedizione. I sacerdoti vivrebbero assieme confrontandosi continuamente e stilizzare al massimo il dannoso problema della solitudine.
Le parrocchie lavorerebbero in sintonia mettendo in gioco tutte le forze. Queste Unità Pastorali con la benedizione di Dio diverrano delle unità di amore in nome di Gesù Cristo.
Carissimo Vincenzo, allora forza perché la vostra Unità Pastorale lavori guidata non dalle divisioni e dagli interessi campanilistici ma ma dallo Spirito Santo. Auguri.

vincenzo ha detto...

Caro Padre Natalino,
il tuo dire è affascinante ma abbiamo bisogno di vivere la realtà e la condizione storica presente. In questo contesto credo che la formula Unità Pastorale va ripensata e riorganizzata tenendo conto della storia passata, del presente e di una forte apertura verso il futuro. Credo che ognuno debba avere d'avanti un'orizzonte e quello che tu hai così ben delineato è un'orizzonte come ti dicevo affascinante. Naturalmente trattandosi di Unità Pastorale credo che sarà interessante ripensare anche il senso e il ruolo degli altri ministri ordinati (mi riferisco ai diaconi). Quindi giocherei molto anche su corresponsanbilità, collaborazione e valorizzazione dei ministeri laicali. Il tutto, naturalmente all'interno di un progetto condiviso. Tutto questo è bello ma va costruito. Abbiamo perciò bisogno di fare un cammino a piccoli passi che sappia guidare la direzione della storia verso questo orizzonte senza forzare eccessivamente il presente. fraterni saluti vincenzo

don Natalino ha detto...

Sono completamente in accordo con tutto quello che dici, considenrando la realtà della Unità Pastorale in cui vivi.
Sono oltremodo daccordo quando dici che bisogna ripensare anche il senso e il ruolo degli altri ministri ordinati e alla corresponsanbilità, collaborazione e valorizzazione dei ministeri laicali.
Buon lavoro e sempre avanti!!!

Anonimo ha detto...

Carissimo Vince,
intanto complimenti per l'idea: orienterei il confronto più sul versante interculturale ed inter-religioso, ospitando interventi anche di altri religiosi (ebrei, protestanti, ortodox...).
Circa le U.P. per ora le considero delle "Chimere": nè carne nè pesce!
Bisogna avere altri criteri e coraggi per rivedere le nostre pastorali! speriamo in S. Bernardo!

enzocaritas ha detto...

è opportuno non formarsi un'idea di U.P. sulla base di un senso di sfiducia che può nascere dalla propria esperienza. certamente l'U.P.non può essere considerata una formula magica per risolvere la carenza dei preti ma potrebbe ben essere vista come il superamento del vincolo anacronistico del limite parrocchiale (eccessivamente inutile considerata l'enorme mobilità delle persone) o come un coordinamento, una spinta a sollecitare iniziative comuni sul territorio (molte volte unico) che una parrocchia da sola non potrebbe mai realizzare. Pastorale d'insieme, se ne parla tanto ma non si realizza, per non perdere il ruolo egemonico attualmente svolto dai parroci. Sarebbe molto interessante confrontarsi sulle singole U.P.

vincenzo ha detto...

il cristiano è il prototipo dell'uomo della speranza ma è anche l'uomo che sta con i piedi per terra e guarda il cielo.
Unità Pastorale è un binomio ancora indistinto e per certi versi vago. Gli stessi pastoralisti ne ragionano cercando una definizione organizzativa tanto che con questo nome esistono in Italia esperienze varie e molto diverse fra di loro. Come ogni cosa occorre calarla nella realtà e nel quotidiano (contesto sociale, tradzione, cultura, ecc.). Ma sono sempre convinto che dobbiamo avere un'orizzonte condiviso e frutto di una costruzione partecipata. Tutto ciò ha però bisogno di una presa di coscienza profinda e di un mutamento culturale realizzato a piccoli passi.