giovedì 3 febbraio 2011

I diaconi e l'accoglienza dei poveri.


Stanno aumentando i centri di ascolto nelle realtà parrocchiali della mia diocesi. A giorni ne aprirà uno nuovo in una parrocchia situata nelle immediate vicinanze di quella dove io presto servizio. E' una bella notizia. E' ancora più bella perchè a prestarvi servizio sarà il diacono che in quella parrocchia è stato inviato a prestare il suo ministero dal Vescovo. Che bello!!! Ma non basta. La Caritas diocesana che è già molto attiva e che gestiste, tra le altre cose, anche una mensa diurna e alcuni posti letto si sta organizzando per promuovere la costituzione di una rete di centri di ascolto per cercare di arginare il fenomeno dell'usura.
Le parrocchie, con le rispettive comunità, sono state, quindi, chiamate ad organizzarsi e a collaborare. Quale occasione migliore per i vari diaconi che vi prestano servizio di dedicarsi a questo compito?
La povertà è antica come il mondo. I poveri ci sono sempre stati e sempre ci saranno. E' una realtà che non possiamo negare. Non la possiamo negare in questo nostro tempo nel quale, anzi. le sacche di povertà stanno aumentando e molti che vivevano in situazione "tranquilla" sono precipitati e stanno precipitando tra i "poveri". Colpa della crisi, si dice. Ma non è di questo che intendo parlare. Intendo, invece, porre o riproporre il ruolo e il compito dei diaconi come ministri della carità. Atti 6, 1-7 è spesso citato a questo proposito. Altri, però, sottolineano come i diaconi siano chiamati a servire anche nell'Evangelizzazione oltre che nella Carità (vedi Stefano, Filippo, ecc.). Allora?
Allora io proporrei ai diaconi che possono Evangelizzare e farlo in maniera piena riconquistando un proprio spazio di servizio al fianco dei poveri; al fianco di quanti vivono il bisogno; di quanti desiderano o si aspettano di incontrare "Cristo".
Cristo non ha mani, ha le nostre mani;
non ha occhi ma ha i nostri occhi;
non ha orecchi ma sente attraverso di noi.
Rendere presente e visibile Cristo è compito di ogni battezzato ma, in maniera speciale è chiamato a farlo il diacono a cui è stata conferita la grazia sacramentale. Il diacono, quindi, è proprio colui il quale è chiamato a riproporre l'immagine del Cristo-Servo nella comunità, per la comunità e, direi, per il mondo intero. Ebbene, in che modo, ciascuno di noi diaconi può rendere testimonianza ed evangelizzare il proprio quotidiano. Forse, è proprio in questo nostro tempo così complesso e difficile e nel quale le povertà materiali e morali stanno conquistando sempre più spazi che il diacono è chiamato a "scendere" tra gli ultimi rendendo chiara e visibile l'immagine del Cristo-Servo che questo ministero è chiamato ad incarnare.

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