I Magi s'inchinano davanti al Dio bambino. Portano doni dalle loro terre; portano doni da terre lontane e dalle quali erano riusciti a vedere una stella; portano doni guidati da una stella fino alla povera grotta di Betlemme. I Magi portano a Gesù alcuni doni: l'oro, simbolo della regalità; l'incenso, simbolo della divinità e la mirra, segno della sofferenza.
Si tratta di tre doni che segnano in maniera profonda la figura di Gesù e ne indicano le note più evidenti. Gesù è Re, Gesù è Dio, Gesù dovrà soffrire.
Ma chi sono questi magi? Sicuramente persone fuori dal comune, persone che posseggono conoscenze scientifiche, persone che, quindi, evidenziano di possedere un'ottima cultura. Ma non solo. I Magi sono anche persone che, nell'immenso del firmamento sanno, riconoscere una stella capace di guidarli. Anche questa è una caratteristica fuori dal comune. Tutto questo per farci intendere che anche gli uomini di scienza, gli uomini che posseggono una cultura ampia hanno la capacità di saper riconoscere la presenza di Dio. Non solo i pastori si recano a trovare Gesù, non solo i semplici, quindi, rendono onore al Figlio di Dio ma anche i potenti e sapienti magi (studiosi, scienziati, ecc.) sanno riconoscere il Figlio di Dio al punto da adorarlo.
Un bel messaggio in tempi nei quali, spesso la scienza si presenta come incapace di riconoscere la propria finitudine proponendosi come autosufficiente. I Magi ci fanno, invece, scoprire che tutti, ma proprio tutti, dipendiamo dal Signore Dio. Un Dio che guida la storia e che ci lascia pienamente liberi di riconoscerlo.
Buona Epifania, allora, a tutti gli uomini di buona volontà.
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