"Io penso -ha ancora detto al Santo Padre al clero romano nel corso dell'incontro di giovedì 7 febbraio 2008- che una caratteristica del ministero dei diaconi è proprio la molteplicità delle applicazioni del diaconato. Nella Commissione teologica internazionale, alcuni anni fa, abbiamo studiato a lungo il diaconato nella storia e anche nel presente della Chiesa. E abbiamo scoperto proprio questo: non c'è un profilo unico. Quanto si deve fare, varia a seconda della preparazione delle persone, delle situazioni nelle quali si trovano. Ci possono essere applicazioni e concretizzazioni diversissime, sempre in comunione con il vescovo e con la parrocchia, naturalmente".
Questo secondo stralcio della risposta del Santo Padre ad una specifica domanda da parte di un diacono di Roma mostra come il Papa sia attento alla realtà del diaconato che si presente in maniera diversificata e attesta una ricchezza di presenza in tutti gli ambiti pastorali. E più avanti nella stessa risposta il Papa dice ancora: "...potrebbero essere impegnati nel settore culturale, oggi così importante, o potrebbero avere una voce e un posto significativo nel settore educativo. Pensiamo quest'anno proprio al problema dell'educazione come centrale per il nostro futuro, per il futuro dell'umanità. Certo, -ha detto ancora il Papa- il settore della carutà era a Roma il settore originario, perchè i titoli presbiterali e le diaconie erano centri della carità cristiana. Questo era fin dall'inizio nella città di Roma un settore fondamentale. Nella mia enciclica Deus Caritas est ho mostrato che non solo la predicazione e la liturgia sono essenziali per la Chiesa e per il ministero della Chiesa, ma lo è altrettanto l'essere per i poveri, per i bisognosi, il servizio della caritas nelle sue molteplici dimensioni. Quindi spero che in ogni tempo, in ogni diocesi, pur con situazioni diverse, questa rimarrrà una dimensione fondamentale e anche prioritaria per l'impegno dei diaconi, sia pure non l'unica, come ci mostra anche la Chiesa primitiva, dove i sette diaconi erano stati eletti proprio per consentire agli apostoli di dedicarsi alla preghiera, alla liturgia, alla predicazione. Anche se poi Stefano si trova nella situazione di dover predicare agli ellenisti, agli ebrei di lingua greca e così si allarga il campo della predicazione....".
Questo secondo stralcio della risposta del Santo Padre ad una specifica domanda da parte di un diacono di Roma mostra come il Papa sia attento alla realtà del diaconato che si presente in maniera diversificata e attesta una ricchezza di presenza in tutti gli ambiti pastorali. E più avanti nella stessa risposta il Papa dice ancora: "...potrebbero essere impegnati nel settore culturale, oggi così importante, o potrebbero avere una voce e un posto significativo nel settore educativo. Pensiamo quest'anno proprio al problema dell'educazione come centrale per il nostro futuro, per il futuro dell'umanità. Certo, -ha detto ancora il Papa- il settore della carutà era a Roma il settore originario, perchè i titoli presbiterali e le diaconie erano centri della carità cristiana. Questo era fin dall'inizio nella città di Roma un settore fondamentale. Nella mia enciclica Deus Caritas est ho mostrato che non solo la predicazione e la liturgia sono essenziali per la Chiesa e per il ministero della Chiesa, ma lo è altrettanto l'essere per i poveri, per i bisognosi, il servizio della caritas nelle sue molteplici dimensioni. Quindi spero che in ogni tempo, in ogni diocesi, pur con situazioni diverse, questa rimarrrà una dimensione fondamentale e anche prioritaria per l'impegno dei diaconi, sia pure non l'unica, come ci mostra anche la Chiesa primitiva, dove i sette diaconi erano stati eletti proprio per consentire agli apostoli di dedicarsi alla preghiera, alla liturgia, alla predicazione. Anche se poi Stefano si trova nella situazione di dover predicare agli ellenisti, agli ebrei di lingua greca e così si allarga il campo della predicazione....".
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