sabato 27 ottobre 2007

Il fariseo e il pubblicano Lc 18, 9-14



La preghiera ha la potenza di metterci in contatto con l'Eterno e quando questa arriva da una persona umile ha la capacità di farsi ascoltare con maggiore forza. Le nostre invocazioni, la nostra rabbia, il nostro sentire più prodondo viene così percepito e ascoltato da un Padre che si mostra silenzioso. Mi sembra che in questo passo di Luca ciò che stona davanti al Signore è il sentire del fariseo che si erge sopra gli altri e si mostra ad essi superiore forte delle sue azioni o comportamenti. Il pubblicano, invece, cosciente del proprio essere chiede pietà e misericordia. E' come se l'evangelista Luca ci sprona ad assumere dentro di noi il sentire del pubblicano riconoscendoci sempre peccatori e bisognosi della comprensione continua del Padre. Un invito ad esercitare sempre l'atteggiamento del pentimento interno, il solo veramente capace di farci ascoltare con forza dal Signore che è sempre lì che ci aspetta. Non è facile fare questa conversione, assumere su di se il riconoscimento di questa situazione che ci appartiene indistintamente ma è l'unica capaci di metterci nelle condizioni di essere rigenerati e vestire le vesti dell'uomo nuovo. Buona domenica

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