Siamo quasi al termine della 58° settimana liturgica nazionale che ha per tema: "Celebrare nella città dell'uomo: Comportatevi da cittadini degni del Vangelo". Dalle poche cronache che ho avuto modi di leggere credo che al convegno di Spoleto sia emersa la grande voglia di proporre attraverso la liturgia (soprattutto domenicale) uno spazio di scoperta del nostro essere più profondo e di aiutare l'uomo a non dimenticare l'impronta di Dio, che è presente in ognuno di noi.
La liturgia, quindi, può essere l'occasione importante nel quale fare esperienza di una comunione più forte fondata sull'amore di Dio.
La settimana liturgica nazoonale si concluderà domani con la recita delle lodi presieduta dal vescovo eletto di Città di Castello, Domenico Cancian; la lectio divina di Monsignor Nazareno Marconi e la relazione finale di Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose sul tema: "Celebrare fra il già e il non ancora, I cristiani testimoni dell'eterno nella città degli uomini". Riscoprire la dimensione liturgica come luogo e tempo dello spirito che contempla l'Eterno è una delle priorità di questo tempo. Possiamo e dobbiamo farlo con umiltà, semplicità e profondità.
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4 commenti:
I medioevali ritenevano che durante la Liturgia l'uomo non invecchiasse, a causa della sospensione del tempo a favore di un'eternità non frazionabile.
Bah, se centra con l'articolo non so, ma può essere uno spunto.
Caro pdbmaster,
è bella e interessante questa tua annotazione. Almeno a me apre il cuore. Grazie
pdbmaster...
a me mi pare che siamo troppo in sintonia!
i medievali erano dei grandi! anche nella comprensione della liturgia...
francesco
Beh, mi piace essere in sintonia, anche se vedo che operiamo con metodo molto diverso, ma ciò che importa? La diversità è una ricchezza che nutre le circostanze, così come in un esercito esistono più reparti, ciascuno specializzato nel proprio operare.
L'importante è mantenere gli stessi fini.
A presto!
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