Non riesco più ad aggiornare il blog come vorrei pertanto vi invito a seguirmi sulla pagina facebook che aggiorno più volte al giorno inserendo anche il commento al vangeli festivi che con la mia sposa franca pubblichiamo sul sito www.korazym.org GRAZIE
https://www.facebook.com/vincenzo.testa.311
Pensieri e parole...
Il blog è dedicato ai diaconi permanenti italiani ma è aperto a tutta la Chiesa e non solo. I diaconi in Italia sono circa 3500 e svolgono un ministero che il Concilio Vaticano II ha voluto ripristinare. Anche i diaconi hanno qualcosa da dire e da...ascoltare.
giovedì 13 febbraio 2014
lunedì 13 gennaio 2014
Il papa ha scritto ai nuovi Cardinali
«Il cardinalato – ha scritto Papa Francesco ai nuovi Cardinali – non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché sembri un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore».
«Perciò ti chiedo, per favore – continua Francesco – di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà».
«Perciò ti chiedo, per favore – continua Francesco – di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà».
Etichette:
carità,
esperienze,
news,
papa,
servizio
Vangeli festivi nel tempo di Natale fino al Battesimo di Gesù
Ed ecco i nostri commenti fino al Battesimo di Gesù
IV DOMENICA DI AVVENTO
NATALE
DOMENICA DOPO NATALE - FESTA DELLA FAMIGLIA
MARIA SS MADRE DI DIO
2° DOMENICA DOPO NATALE
EPIFANIA
BATTESIMO DEL SIGNORE
Ogni settimana i nostri commenti sono pubblicati sul sito www.korazym.org nella rubrica Vangeli Festivi.
Buon cammino
Francesca Maria e Vincenzo
IV DOMENICA DI AVVENTO
NATALE
DOMENICA DOPO NATALE - FESTA DELLA FAMIGLIA
MARIA SS MADRE DI DIO
2° DOMENICA DOPO NATALE
EPIFANIA
BATTESIMO DEL SIGNORE
Ogni settimana i nostri commenti sono pubblicati sul sito www.korazym.org nella rubrica Vangeli Festivi.
Buon cammino
Francesca Maria e Vincenzo
Etichette:
carità,
diaconi,
esperienze,
liturgia
venerdì 13 dicembre 2013
Terza domenica di Avvento: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".
“Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.
Quando con fedeltà si rende testimonianza al Signore si va controcorrente. Certo procedere in direzione contraria, magari in maniera ostinata, non è gradito al “mondo” che fa di tutto per eliminare quelle che considera “schegge impazzite”. In realtà chi procede contro le suggestioni del mondo nella fedeltà alla volontà di Dio si sta già ritagliando un posto nel suo regno e comincia, fin da subito, a vivere godendo dei benefici di “Grazia” che derivano dall’intima comunione con il Padre.
Ma andare controcorrente, rispetto al mondo, non è facile. Spesso siamo assaliti dal dubbio e ci chiediamo come Giovanni: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. E’ una domanda cruciale. Una domanda dalla cui risposta dipende il senso della nostra vita di fede. La vita, infatti, è una soltanto e non vogliamo sciuparla. Giovanni, dal carcere, dove gli era giunta l’eco delle “opere di Cristo” desidera sapere. Ha bisogno di conoscere se è Lui in Cristo, l’unto del Signore. Ha necessità di avere certezza che Gesù è il figlio di Dio. Giovanni, infatti, sta quasi per perdere la sua vita e vuole sapere se l’ha spesa bene. Se la sua sofferenza, il suo dolore, la sua testimonianza sono stati, per davvero, “un buon investimento”. Ed è così che prende l’iniziativa e manda i suoi discepoli ad incontrare Gesù per avere la certezza se fosse proprio Lui (Gesù), quello che il popolo d’Israele stava aspettando. Ma riceve una risposta indiretta. Gesù non conferma con le parole ma risponde invitando i discepoli di Giovanni a leggere i fatti che stanno accadendo per mezzo di lui.
Ed è così che questi diventano testimoni di eventi che sono a dir poco prodigiosi. Ci sono persone che riottengono la vista; zoppi che riacquistano la possibilità di camminare; malati che guariscono e sono sanati da brutte malattie; gente priva dell’udito che lo recupera e, poveri che ricevono l’annunciato del Vangelo. Oltre ai “miracoli”, che toccano il corpo, c’è il grande messaggio ai poveri, la buona notizia della salvezza e del regno di Dio che è possibile vivere fin da subito. Non c’è dubbio che è proprio questo grande messaggio ai “poveri” il cuore dell’esperienza che Gesù vuole trasmettere. Tutto il resto è importante ma il cuore di tutto è “la salvezza”.
Siamo colpiti, inoltre, dalla grande attestazione di stima di Gesù verso Giovanni che lo indica essere “più che un profeta”. Non un potente “vestito con abiti di lusso” e che abita “nei palazzi del re” ma uno che nella semplicità, essenzialità e sobrietà possiede la forza e il coraggio che solo lo Spirito di Dio sa infondere. Un uomo Giovanni che con grande determinazione è capace di richiamare i suoi contemporanei ad un mutamento di comportamento per recuperare una giusta dimensione di fede. L’invito chiaro propone agli uomini che vanno ad incontrarlo nel deserto e, quindi, anche a noi quando ci mettiamo ascolto dei “profeti”, è quello di abbandonare i comportamenti, i pensieri e le azioni che creano ingiustizie e sofferenze agli altri. Giovanni è l’uomo che spinge alla conversione per ricreare relazioni positive.
Anche noi in questo tempo siamo chiamati a riaccogliere nel nostro cuore il grande messaggio di speranza che viene da Gesù; siamo chiamati ad aprirci al Padre alzando le braccia al cielo per chiedere misericordia e pace; siamo invitati a recuperare il senso della fede autentica con il proposito di dare senso alla nostra vita riconoscendo nel bambino che sta per venire il figlio di Dio.
Siamo i nuovi poveri che alzano gli occhi, invocano protezione e sperano che la luce che intravediamo illumini i nostri pensieri e quelli dei ricchi e potenti che in nome del dio denaro stanno letteralmente opprimendo le nostre vite. Siamo così chiamati a convertirci tutti perché il mondo possa recuperare la strada che porta alla salvezza.
Non possiamo però, come ci ricorda sempre più spesso papa Francesco, perdere la speranza e in questa domenica siamo chiamati a rallegrarci e a gioire nell’intimo nella certezza che il Signore non ci abbandona e che, sempre, è pronto ad evitarci il male.
Francesca Maria Forgetta e Vincenzo Testa
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.
Quando con fedeltà si rende testimonianza al Signore si va controcorrente. Certo procedere in direzione contraria, magari in maniera ostinata, non è gradito al “mondo” che fa di tutto per eliminare quelle che considera “schegge impazzite”. In realtà chi procede contro le suggestioni del mondo nella fedeltà alla volontà di Dio si sta già ritagliando un posto nel suo regno e comincia, fin da subito, a vivere godendo dei benefici di “Grazia” che derivano dall’intima comunione con il Padre.
Ma andare controcorrente, rispetto al mondo, non è facile. Spesso siamo assaliti dal dubbio e ci chiediamo come Giovanni: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. E’ una domanda cruciale. Una domanda dalla cui risposta dipende il senso della nostra vita di fede. La vita, infatti, è una soltanto e non vogliamo sciuparla. Giovanni, dal carcere, dove gli era giunta l’eco delle “opere di Cristo” desidera sapere. Ha bisogno di conoscere se è Lui in Cristo, l’unto del Signore. Ha necessità di avere certezza che Gesù è il figlio di Dio. Giovanni, infatti, sta quasi per perdere la sua vita e vuole sapere se l’ha spesa bene. Se la sua sofferenza, il suo dolore, la sua testimonianza sono stati, per davvero, “un buon investimento”. Ed è così che prende l’iniziativa e manda i suoi discepoli ad incontrare Gesù per avere la certezza se fosse proprio Lui (Gesù), quello che il popolo d’Israele stava aspettando. Ma riceve una risposta indiretta. Gesù non conferma con le parole ma risponde invitando i discepoli di Giovanni a leggere i fatti che stanno accadendo per mezzo di lui.
Ed è così che questi diventano testimoni di eventi che sono a dir poco prodigiosi. Ci sono persone che riottengono la vista; zoppi che riacquistano la possibilità di camminare; malati che guariscono e sono sanati da brutte malattie; gente priva dell’udito che lo recupera e, poveri che ricevono l’annunciato del Vangelo. Oltre ai “miracoli”, che toccano il corpo, c’è il grande messaggio ai poveri, la buona notizia della salvezza e del regno di Dio che è possibile vivere fin da subito. Non c’è dubbio che è proprio questo grande messaggio ai “poveri” il cuore dell’esperienza che Gesù vuole trasmettere. Tutto il resto è importante ma il cuore di tutto è “la salvezza”.
Siamo colpiti, inoltre, dalla grande attestazione di stima di Gesù verso Giovanni che lo indica essere “più che un profeta”. Non un potente “vestito con abiti di lusso” e che abita “nei palazzi del re” ma uno che nella semplicità, essenzialità e sobrietà possiede la forza e il coraggio che solo lo Spirito di Dio sa infondere. Un uomo Giovanni che con grande determinazione è capace di richiamare i suoi contemporanei ad un mutamento di comportamento per recuperare una giusta dimensione di fede. L’invito chiaro propone agli uomini che vanno ad incontrarlo nel deserto e, quindi, anche a noi quando ci mettiamo ascolto dei “profeti”, è quello di abbandonare i comportamenti, i pensieri e le azioni che creano ingiustizie e sofferenze agli altri. Giovanni è l’uomo che spinge alla conversione per ricreare relazioni positive.
Anche noi in questo tempo siamo chiamati a riaccogliere nel nostro cuore il grande messaggio di speranza che viene da Gesù; siamo chiamati ad aprirci al Padre alzando le braccia al cielo per chiedere misericordia e pace; siamo invitati a recuperare il senso della fede autentica con il proposito di dare senso alla nostra vita riconoscendo nel bambino che sta per venire il figlio di Dio.
Siamo i nuovi poveri che alzano gli occhi, invocano protezione e sperano che la luce che intravediamo illumini i nostri pensieri e quelli dei ricchi e potenti che in nome del dio denaro stanno letteralmente opprimendo le nostre vite. Siamo così chiamati a convertirci tutti perché il mondo possa recuperare la strada che porta alla salvezza.
Non possiamo però, come ci ricorda sempre più spesso papa Francesco, perdere la speranza e in questa domenica siamo chiamati a rallegrarci e a gioire nell’intimo nella certezza che il Signore non ci abbandona e che, sempre, è pronto ad evitarci il male.
Francesca Maria Forgetta e Vincenzo Testa
venerdì 6 dicembre 2013
A partire dalla prima domenica di Avvento di questo nuovo anno liturgico, io e la mia sposa Franca, abbiamo iniziato a collaborare con il sito www.korazym.org proponendo una breve riflessione sui Vangeli Festivi. La nostra riflessione viene pubblicata il venerdì che precede la domenica. Il sito è curato e diretto dalla vaticanista Angela Ambrogetti.
Ecco i link per accedere.
1° Domenica di Avvento
2° Domenica di Avvento
Sarebbe anche bello condividere con voi tutti questo cammino e se vi fa piacere sarebbe anche più bello che lasciaste un vostro commento. Grazie
Ecco i link per accedere.
1° Domenica di Avvento
2° Domenica di Avvento
Sarebbe anche bello condividere con voi tutti questo cammino e se vi fa piacere sarebbe anche più bello che lasciaste un vostro commento. Grazie
venerdì 2 agosto 2013
Notti senza luna
Puoi provare a pregare un Dio "muto"; puoi provare a fare silenzio in te per cercare di ascoltare i suoi passi nella notte; puoi provare mille altre cose ... puoi provare.
Provando, però, mostri ancora di avere una speranza, quella appunto, di ritrovare la strada da percorrere che, anche se ti costa fatica, e te ne costa, dimostra che qualcosa ancora pensi di poter fare.
Ma a volte ti viene meno anche la speranza e quando questo accade il male prende possesso di te entrando nel tuo cuore e pian piano finisce per impadronirsi del tuo corpo.
A questo punto c'è solo bisogno di Qualcuno che intervenga autonomamente...è il Dio muto che dovrebbe prendere l'iniziativa... nessuno può fare più nulla ... solo Lui può intervenire di sua iniziativa.
venerdì 26 luglio 2013
Da Papa Francesco la forza di sognare una Chiesa e un mondo nuovo.
In questi giorni Papa Francesco è in Brasile e, ancora una volta, le sue parole colpiscono il cuore e, soprattutto, ci aiutano a guardare in avanti con fiducia. Vorrei sottolineare solo alcune delle cose che ha detto ieri:
IL PAPA AI GIOVANI Non perdete la speranza. La realtà può cambiare, cercate per primi il bene comune.
IL PAPA ALLA CHIESA Voglio che la Chiesa esca fuori, sulle strade...che non sia una Chiesa chiusa... chiedo scusa ai vescovi, ma è questo il consiglio migliore che posso dare. Dobbiamo lottare contro ogni esclusione... quasi un'eutanasia silenziosa. No all'esclusione delle due "punte", giovani e anziani... Così non ci sarà futuro per la società...
IL PAPA IN VISITA AD UNA FAVELA Mi dispiace che state qui ingabbiati ma devo confessarvi che qualche volta mi sento ingabbiato anche io...
E A PROPOSITO DELLA PREGHIERA
"La vita cristiana non si limita al pregare ma richiede un impegno continuo e coraggioso che nasce dalla preghiera"(Papa Francesco)...
Grazie Santo Padre di ricordarci queste cose perché, a volte, guardandomi attorno resto confuso... Spero vivamente
- che "la realtà possa cambiare";
- che la Chiesa riesca ad uscire fuori sulle strade per testimoniare concretamente (nei fatti) la fede e che vesta i panni del Samaritano;
- che nessuno si senti in gabbia e possa, con libertà, dire ciò che pensa senza aver paura di essere messo da parte, emarginato e magari finire all'indice come, (mi dispiace) accade;
- che si comprenda che la preghiera è solo ciò che deve aiutarci a compiere le opere sollevando i fratelli dalla miserie materiale e spirituale;
- che la Chiesa sia "povera" per abbracciare i "poveri"...che viva la sobrietà, la semplicità, la purezza della prima ora e che ogni battezzato abbia, veramente, la sua dignità di Figlio di Dio .
Come diacono spero vivamente che questo ministero sia a servizio della Chiesa e del popolo di Dio e che noi diaconi prendiamo coscienza che il nostro compito è quello di chinarci sulle piaghe degli uomini per accarezzarle, medicarle e alleviare le sofferenze.
Direi che se tutto questo si può sognare si può anche realizzare.
"Non fatevi rubare la speranza" da chi si sente sempre un gradino più in alto e ci giudica e giudicandoci ridacchia e ridendo vestito a festa propone solo gesti coreografici privi di vita.
"Non fatevi rubare la speranza" da chi vivendo nell'agio e senza problemi non si cura di abbracciare i poveri e si nasconde dietro la costruzione di teorie mentre l'uomo vero muore di fame e nella sofferenza.
"Non fatevi rubare la speranza" da chi crede che tutto gli è dovuto e che il suo status lo abilita ad esercitare un "potere" e non un "servizio" come, invece, dovrebbe essere.
"Non fatevi rubare la speranza" da ricchi e potenti che opprimono gli uomini per il loro tornaconto personale.
Mi piacerebbe leggere i vostri commenti, le vostre riflessioni i vostri pareri.
Grazie
Iscriviti a:
Post (Atom)