lunedì 26 settembre 2011

Liberare la Chiesa dal suo fardello materiale e politico




Benedetto XVI non finisce di stupire e tra le tante altre cose che ha detto nel suo ultimo viaggio in Germania ne desidero sottolineare una in particolare:


"Gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa "demondanizzata" emerge in modo più chiaro. Liberata dal suo fardello materiale e politico, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo. Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell'adorazione di Dio e al servizio del prossimo".


Che dire? Che dalle parole la Chiesa (noi tutti) è chiamata a passare ai fatti. Ora occorrono gesti concreti, iniziative coerenti e azioni adeguate.


Ognuno può fare la sua parte. Partiamo da ogni singolo battezzato e guardiamo alle nostre comunità parrocchiali. Quali cose concrete, coerenti e adeguate con le parole di Benedetto XVI possiamo fare? Pensiamo alle feste patronali. Come liberarle dal fardello materiale e politico (per esempio la ricerca di consenso a tutti i costi, certe tradizioni paganeggianti, ecc.). Pensiamo agli arredi delle nostre Chiese, allo stile di interpretare la vita della comunità. Quale solidarietà? Quale carità? Dove finiscono le offerte e come ciascuno partecipa alle decisioni della vita della comunità? Pensiamo alle cose concrete che ogni diacono è chiamato a fare e come lo fa? A come il parroco vive il proprio ministero? Quali sono le priorità a cui dare risalto in un tempo di crisi etica ed economica?


Sento parlare di sobrietà. Ma quale è la risposta di verità concreta che ciascuno di noi da a questa parola. Come festeggiamo i sacramenti dell'iniziazione cristiana? Pensiamo alle feste per battesimi, comunioni e cresime. Quale immagine cristiana trasmettono le nostre celebrazioni del sacramento del matrimonio?


Potrei andare oltre le comunità parrocchiali ma ognuno con la propria intelligenza potrà proseguire su questa strada verso i livelli delle diocesi e oltre tevere...

venerdì 16 settembre 2011

Un medico a servizio dell'Amore di Dio




Mi ha molto colpito una notizia riportata dal quotidiano Il Giornale dal titolo: "Il medico che batte i tumori curando anche l'anima".


Leggila.


Sono rimasto a pensare a tante storie che conosco alcune delle quali mi appartengono molto da vicino e (non me ne vergogno) la commozione mi ha invaso. Grande "Grandi" credo che il modo con il quale interpreta la sua missione sia la stessa che dovrebbe incarnare ogni diacono (ma meglio ancora ogni cristiano, ancora di più ogni uomo). Ringrazio il Signore = Amore che riesce ad aprire i nostri cuori e fa in modo che ci siano uomini e donne capaci di questa "condivisione". Questo mondo, questo mondo nel quale viviamo, non è tutto votato al male ma c'è anche tanto bene. E' la prova che l'Amore di Dio c'è non solo nelle parole ma, soprattutto, nei fatti. Si, so bene che ci sono tanti altri esempi. Io, oggi, riporto questo ma ognuno, se vuole, può segnalarne altri. Sapere che l'Amore c'è aiuta la vita di ciascuno di noi. Un abbraccio.

mercoledì 14 settembre 2011

Scristianizzazione: una provocazione per riflettere.




Ne sentiamo parlare sempre più e da voci sempre più autorevoli. I credenti, soprattutto nell'occidente, diminuiscono. La Germania è quella che, probabilmente, ne mostra in maniera più evidente la concretezza.


Le indagini dei sociologi mettono al centro delle loro analisi questa realtà e le statistiche (i freddi numeri) le accreditano. Ma non basta. Anche tra i credenti sembra che la situazione sia problematica. Basti pensare che, sempre in Germania, solo il 58,7 % dei cattolici e il 47% dei protestanti crede che Dio ha creato la terra, ancora meno -scrive Andrea Galli su Avvenire di oggi a pagina 27- sarebbero coloro che credono nel concepimento verginale di Maria o nella Resurrezione dei morti.... L'età media dei praticanti non è incoraggiante: superiore ai 60 anni sia per i cattolici che per i protestanti.


Il cristianesimo, insomma, sarebbe solo un orizzonte culturale di questo tempo. E la FEDE dove è finita? Quale è il significato della parola FEDE? In che cosa crediamo? Il Santo Padre continua a predicare il coraggio della verità anche a costo di essere impopolare o insultato o disprezzato. Che fare? Il Consiglio della Chiesa evangelica a Stoccarda nel 1945 pensò che fosse necessario:


"Annunciare con più coraggio, pregare con più fiducia, credere con più gioia, amare con più passione".


E oggi è ancora questo un possibile programma? Me lo chiedo da tempo e non ho ancora una risposta. Alcuni ordini monastici di questo tempo credono che sia il momento di ridare vita a quelle antiche oasi di preghiera che sono i monasteri contemplativi dove la preghiera s'incarna con la vita di quanti vi dedicano l'intera esistenza diventando luce per chi decide di farsi aiutare a ritrovare la FEDE.


Chi frequenta questi luoghi nascosti sono soprattutto giovani in ricerca di autenticità o persone in crisi o alla ricerca di verità e di senso. Lasciano le città per trovare pace e gioia.


Io comincio a credere che questo sia un luogo nel quale possano stare insieme non solo monaci e monache, ma anche famiglie e clero. Una sfida per una vera e autentica riscoperta del cristianesimo da vivere oggi per contribuire a costruire la Chiesa del presente e del futuro.




martedì 13 settembre 2011

Strade ....(nuove)


La Parola di Dio ci insegna che è sulla strada che l'uomo incontra il Signore. Pensiamo ad Abramo che lascia la sua terra, a Mosè che che dall'Egitto conduce il popolo eletto alla Terra promessa, a Gesù che incontra i due discepoli sulla strada verso il villaggio di Emmaus...
Gesù cammina per le strade di Galilea.... l'incontro con Gesù è sulla strada.... i cristiani delle prime comunità erano conosciuti come "quelli che seguno la Via" . C'è, quindi, un legame profondo che Dio, sulla strada, stabilisce con l'uomo. Diventa indispensabile per l'uomo che cerca il Signore camminare sulla strada.


"Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri" (Salmo 25, 4)

" ...le vostre vie non sono le mie vie . oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie (Isaia 55, 9)


Emblematicamente siamo chiamati a percorre strade e sentieri sui quali il Signore ci vuole pellegrini e anche se non vogliamo ci conduce dove Lui vuole.
La nostra salvezza arriva proprio dall'accettazione di camminare sulla strada che Gesù ci mostra. Lui è sempre in movimento "non ha dove posare il capo".
Percorrere strada nuove, dunque, è necessario. Nessuno è chiamato a restare immobile e sempre deve accogliere e accettare le indicazioni che ci provengono dal nostro profondo spingendo i nostri passi "tra i rovi e l'erba alta" certi che dovunque c'è una strada, lì c'è Dio... L'impegno di ogni uomo e di ogni donna cristiana (seguaci della Via) è quella di mettersi in cammino sulla strada, lasciando la propria terra per abbracciare la Terra che il Signore ci mostrerà. Lasciare la terra natia (del peccato) per cercare quella un altra Terra (della salvezza). Altri luoghi, altra cultura, altro pensare, altro vivere...

lunedì 12 settembre 2011

Ministero diaconale e silenzio


"Io sono tranquillo e sereno ... spera nel Signore ora e sempre" (dal Salmo 131).
Quando preghiamo nel silenzio la nostra comunicazione con il Signore si fa più vera e profonda. La preghiera, infatti, non ha necessità di parole ma di un grande e fiducioso abbandono nel Signore.
Raggiungere questo stato è possibile quando ci rendiamo finalmente conto che certe cose non dipendono da noi ma appartengono al grande disegno di salvezza che il Signore ha pensato per noi. Fare silenzio (non solo con le parole...ma anche con i pensieri) è la strada che ci conduce alla felicità.
Comprendere che l'esperienza del silenzio unita a quella dell'abbandono nella braccia dell'Amore di Dio è ciò che ci eleva ad una dimensione altra significa imboccare la strada della vera felicità.
Dobbiamo, quindi, lasciare a Dio ciò che va oltre le nostre possibilità; confidare e sperare nel Signore della vita e della storia e quindi lodare Dio per ogni cosa.
Sarà più facile anche il nostro ministero diaconale nelle situazioni che siamo chiamati a vivere.
Eleviamo perciò il canto della lode al Signore affinchè ci aiuti e ci sostenga nel cammino della vita.

giovedì 8 settembre 2011

Se vi dicono

"Se vi dicono che afferrate le nuvole, che battete l'aria, che non siete pratici, prendetelo come un complimento.
Non fate riduzioni sui sogni.
Non praticate sconti sull'utopia.
Se dentro vi canta un grande amore per Gesù Cristo e vi date da fare per vivere il Vangelo, la gente si chiederà: Ma cosa si cela negli occhi così pieni di stupore di costoro?

don Tonino Bello (Vescovo)