sabato 29 gennaio 2011

Beati i poveri "in spirito" perchè di essi è il regno dei cieli


Sebbene Matteo all'affermazione "Beati i poveri" faccia seguire "in spirito" che non c'è in Luca facendo pensare che questa beatitudine si rifesca tanto ai poveri che ai ricchi appare più logico e più verosimile affermare che Gesù, con questa prima beatitudine, con la quale inizia il discorso sul monte, faccia riferimento, invece, alla povertà materiale. D'altra parte egli stesso e i suoi discepoli la vivono nel loro pellegrinare tra strade e sentieri della Galilea e Giudea.

E allora? Allora la povertà, unita all'umiltà, appare una situazione di vita che introduce con maggiore facilità nel Regno dei cieli così come mi è capitato di vedere in una situazione di vita che ho vissuto ieri sera.

Proprio ieri sera, infatti, nella parrocchia dove svolgo il mio ministero ho incontrato, per caso, una giovane mamma di tre figli. Il più grande frequenta la terza elementare e l'ultimo ha due anni. Mentre stavamo chiacchierando è scoppiata in lacrime. Il marito da tre anni è disoccupato. Si arrangia con qualche lavoretto d'estate mentre in questo periodo le occasioni di lavoro sono veramente poche. Hanno un mutuo da pagare di € 400,00
E' tutta la sera che ci penso e mentre scrivo questo post il mio pensiero vaga alla ricerca di un possibile aiuto da dare. La Caritas? Certo, mi sono informato. Questa famiglia è già in carico e riceve quel poco che viene distribuito. Ma è sufficiente? E' giusto che non possano avere un lavoro che conceda loro libertà e dignità? Non credo proprio. Sia lei che il marito hanno appena 30 anni. Forse lui, ho pensato, non ha molta volontà di lavorare? No. Mi dicono che è un ragazzo volenteroso. Ma quanti sono in questa situazione?
Mi sembra che simili situazioni vadano sempre più aumentando e non si intravedono possibili vie d'uscita. La classe politica nazionale appare affaccendata in tutte altre cose e c'è una guerra di tutti contro tutti. E i poveri nel frattempo che fanno? La situazione è drammatica.

E' vero, il Signore ci assicura il "regno dei cieli" e siamo chiamati a fidarci e affidarci ma nel frattempo noi che possiamo fare concretamente?

mercoledì 26 gennaio 2011

Il tempo della missione: non possiamo sottrarci.


Il Santo Padre ha stabilito che il tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale che verrà celebrata il 23 ottobre è: "Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi".
L'impegno missionario ha un grande valore e il Papa ha posto in evidenza che c'è un grande bisogno di annunciare e riannunciare il Vangelo in questo tempo nel quale "è in atto un profondo cambiamento culturale alimentato dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall'imperante relativismo. Un cambiamento -prosegue il Papa- che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescinde dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali....Si tratta -scrive ancora nel suo Messaggio- di sostenere istituzioni necessarie per stabilire e consolidare la Chiesa mediante i catechisti, i seminari, i sacerdoti; e anche di dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà, di malnutrizione soprattutto infantile, malattie, carenze di servizi sanitari e per l'istruzione. Anche questo rientra nella missione della Chiesa".
Il Papa ci chiama tutti, quindi, a diventare costruttori della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato e a collaborare alla realizzazione del piano di salvezza di Dio per l'umanità. Sono queste le sfide di questo tempo che chiamano il cristiano a camminare insieme agli altri e la "missione è parte integrante di questo cammino con tutti".
Che fare? Me lo chiedo come battezzato ma anche come diacono.

venerdì 21 gennaio 2011

Moralità, giustizia e legalità


"La Chiesa spinge ed invita tutti, soprattutto coloro che hanno responsabilità pubblica di ogni genere e in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità".
Sono queste alcune parole espresse dal Segretario di Stato del Vaticano Card. Tarcisio Bertone nella giornata di ieri e che invitano TUTTI ad una profonda riflessione.
La crisi morale che accompagna una crisi economica e, direi sociale, rappresenta, in questa fase storica, un tratto distintivo che si riflette in maniera forte e profonda sul vissuto concreto di tutti noi.
Mi sono chiesto, come diacono, cosa fare. Il diacono è, tra l'altro, ministro della carità, chiamato a servire, soprattutto i poveri e le povertà. Nella categoria delle povertà non ci sono, evidentemente, solo quelle materiali ma anche quelle morali. Ecco allora che l'appello del Cardinal Bertone ci riguarda tutti a tutti i livelli. Ciascuno è, quindi, chiamato a fare la sua parte nella propria realtà di vita cercando di evidenziare, con la propria testimonianza, quei valori che danno senso alla vita. Inoltre è vero che non siamo chiamati a condannare ma non possiamo far finta di niente o peggio ancora, come mi è capitato di sentire, giustificare certi tipi di atteggiamenti. Ciò è ancora più grave quando questo tipo di comportamenti viene posto in essere da persone al centro dell'attenzione. Il loro stile di vita potrebbe essere preso come modello. In questi casi è chiaro che occorre maggior senso di responsabilità da esprimere attraverso comportamenti adeguati. Tali comportamenti non escludono l'uscita dalla scena pubblica e se ne esistono i presupposti la necessità di esprimere una difesa al fine di chiarire i fatti.

giovedì 13 gennaio 2011

Rabbia, delusione e sofferenza


Il Signore quando meno te lo aspetti ti mette alla prova. Ed è così che ci fa vivere situazioni di vita quotidiana nelle quali siamo chiamati non solo a dire ma a dimostrare con i fatti che veramente lo amiamo attraverso le persone che incontriamo. Passare dalle parole ai fatti non è facile; le difficoltà sono tante; le resistenze non mancano; i condizionamenti toccano pensieri e azioni. Tutto sembra farsi per davvero difficile.

Ci chiediamo perchè veniamo messi, a volte, bruscamente davanti a certe scelte e certe prove? Solo il Signore, che lo permette, può rispondere. Solo il Signore sà perchè. A noi resta la rabbia, la delusione, la sofferenza della nostra condizione. Rabbia, delusione e sofferenza nelle quali, spesso, non abbiamo altro aiuto e sostegno se non Lui. Sembra che neppure gli amici, che pur dicono di esserci vicini, ci possano comprendere e, quindi, sostenere e incoraggiare.

Tutto quello che siamo chiamati a vivere è, quindi, evidentemente, davvero necessario per la realizzazione del piano di Dio su di noi e, perciò, per la nostra crescita e per la nostra formazione. Credo che nei momenti difficili sia importante pensare in questo modo essendo convinti che il Signore mai ci farà mancare il suo aiuto e il suo sostegno. Noi siamo suoi figli e un Padre non può volere nulla di male per i suoi figli. Ecco allora che siamo chiamati ad avere coraggio per andare avanti, ad avere fiducia nel Signore e a sperare che le cose andranno meglio. Un abbraccio

sabato 8 gennaio 2011

Ricomincio oggi ...


Possediamo tante cose ma l'unica veramente nostra è la capacità di amare. Se lo faremo con tutto noi stessi saremo per davvero felici. Allora AMA con "libertà vera" e sii felice.
Io prego il mio Signore per te.
Un abbraccio vincenzo