sabato 25 ottobre 2008

Mario Elpini e la sua tesi sul diaconato



Mario Elpini, diacono permanente dell'Arcidiocesi di Gaeta ha conseguto il Diploma il Scienze Religiose presso l'Istituto di Scienze Religioso "Mons. Lorenzo GARGIULO” discutendo la tesi "CHIAMATI A SERVIRE", dissertazione sull’Ordine Sacro, in particolare il Diaconato Permanente. Relatore il Prof. Erasmo Matarazzo.
Per libera disposizione di Mario la tesi è pubblicata su questo blog nell'area dibattito diaconato, (http://documentidiaconi.blogspot.it/) e sul sito http://www.ildiaconato.it/
Mario Elpini è nato e vive ad Ausonia (FR) dove presta il servizio diaconale nelle tre parrocchie di San Michele Arcangelo, Santa Maria del Piano e Santi Bartolomeo Apostolo e Antonio da Padova.
Mario è sposato di Catherine e ha quattro figli: Manuela, Gianluca, Francesca e Maria Letizia. A Lui giungano i migliori auguri miei e di tutta la famiglia.

venerdì 24 ottobre 2008

Cinque nuovi diaconi permanenti a Imola




Questa sera, 24 ottobre 2008, nella Cattedrale di Imola il Vescovo Tommaso Ghirelli ordinerà sei diaconi, di cui cinque permanenti. L'ordinazione è prevista alle ore 20.30 in occasione della solennità della Dedicazione della cattedrale di San Cassiano. I nuovi diaconi sono: Giovanni Carusio, 50 anni, geometra, sposato e padre di cinque figli; Giorgio Fugattini, 52 anni, tecnico delle telecomunicazioni, sposato e padre di due figli; Luca Gabbi, 51 anni, ingegnere, vice direttore della Caritas diocesana, sposato e padre di due figli; Luciano Mongardi, 57 anni, infermiere, sposato a padre di otto figli; Stefano Testa, 51 anni, psicologo e psicoterapeuta, sposato a pade di due figli. A questi si aggiunge Walter Giberti, 32 anni, ordinato diacono come tappa intermedia verso il sacerdozio. Da questa sera i diaconi di Imola salgono a 14. Auguri a Voi tutti dal sito http://www.ildiaconato.it/

giovedì 16 ottobre 2008

In memoria di Giovanni Paolo II

Esattamente trenta anni fa, il 16 ottobre 1978, il Cardinale Wojtyla diveniva Giovanni Paolo II. Vorrei, oggi, farne memoria riproponendo qualche stralcio del suo discorso durante il giubileo dei diaconi permanenti nel febbraio 2000, tenuto nell'aula Paolo VI alla presenza della venerata reliquia del diacono martire S. Lorenzo. Questo discorso è anche l'ultimo, importante, intervento del magistero sul diaconato permanente.


“Carissimi diaconi! ... Siate attivi apostoli della nuova Evangelizzazione portate tutti a Cristo! Si dilati, grazie anche al vostro impegno, il suo Regnò nella vostra famiglia, nel vostro ambiente di lavoro, nella parrocchia, nella Diocesi, nel mondo intero!
La missione, almeno quanto ad intenzione e passione, deve urgere nel cuore dei sacri ministri e sospingerli fino al dono totale di sé. Non arrestatevi davanti a nulla, proseguite nella fedeltà a Cristo, seguendo l'esempio del diacono Lorenzo, la cui venerata ed insigne reliquia avete voluta qui, per questa occasione. Anche ai nostri tempi non mancano persone che Dio chiama al martirio cruento; molto più numerosi, però, sono i credenti sottoposti al ”martirio“ dell'incomprensione. Non si turbi il vostro animo per le difficoltà ma, al contrario, cresca nella fiducia in Gesù che ha redento gli uomini mediante il martirio della Croce
Cari diaconi inoltriamoci nel nuovo millennio insieme a tutta la Chiesa, che spinge i suoi figli a purificarsi, nel pentimento da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi. I primi ad offrire l'esempio non potrebbero non essere i ministri ordinati: Vescovi, Presbiteri, Diaconi. Questa purificazione, questo pentimento sono da intendersi soprattutto in riferimento a ciascuno di noi personalmente. Vengono interpellate in primo luogo le nostre coscienze di sacri ministri operanti in questo tempo.
Cari Diaconi alcuni di voi sono forse affaticati per gli impegni gravosi, per la frustrazione a seguito di iniziative apostoliche non riuscite, per l'incomprensione di molti. Non perdetevi di coraggio! Abbandonatevi fra le braccia del Cristo: Egli vi ristorerà. Sia questo il vostro Giubileo: un pellegrinaggio di conversione a Gesù.”

giovedì 9 ottobre 2008

Perche i diaconi non siano "Chierichettoni"


Una prima riflessione circa il servizio dei diaconi nelle parrocchie arriva dal diacono Ermanno Ballestracci di Pontassieve (FI). Il diacono Ermanno interviene a proposito del dibattito aperto su "Settimana" (periodico delle dehoniane) da don Giovanni Giovini e che ha il significativo titolo: "Li vogliono "chierichettoni" o diaconi davvero?".
"Parto da una provocazione -scrive il diacono Ermanno Ballestracci-: quando, in particolare tra il clero, sanno e riflettono sulla vocazione diaconale, che conosce, rispetto a tutte le altre vocazioni, una consistente crescita nella chiesa? Non dovrebbe essere l'ora e il motivo -si chiede- di una responsabile e seria riflessione per tutti i credenti, ad ogni livello che, mentre le vocazioni sacerdotali e religiose sono in calo costante, così non accade per le vocazioni diaconali?
Alcuni dati: dal 2000 al 2005 in America la crescita è stata del 18%, in Europa del 24%, in Oceania del 27%, in Asia del 10%, in Africa del 36%.
I diaconi permanenti nel mondo sono circa 33.000, in Italia poco più di 3000.
Gli Stati Uniti sono la nazione che conta il maggior numero di diaconi, circa 13 mila, presenti sia nella vita sociale che in quella ecclesiale: ambito interculturale, famiglia, ecumenismo e giustizia sociale... Tutti campi dell'apostolato riconducibili all'originaria misisone di servizio del diacono.
Tutto questo è certamente opera dello Spirito Santo che, attraverso l'autorevole insegnamento del concilio Vaticano II, ha voluto fosse ripristinato questo ministero di servizio, ma...quanti nella chiesa, soprattutto i parroci, che sono più "di frontiera" nell'evangelizzazione, accolgono il diacono come dono di Cristo servo nella pastorale ordinaria?
Purtroppo la realtà evidenzia che essi faticano ad accogliere questo ministero ordinato. Le cause possono essere molteplici, a partire dalla formazione che i futuri presbiteri ricevono nei seminari, ma non si può continuare a non prendere in seria considerazione questo ministero, perchè lo Spirito soffia dove vuole. Non tenerlo nella dovuta attenzione è un peccato.
Ciò è messo ben in evidenza dall'intervento di don Giovanni Giavini quando si chiede: "Li vogliono chierichettoni o diaconi davvero?". Don Giovanni evidenzia lo specifico del diaconato nel servizio alla responsabilità pastorale e nella collaborazione ufficiale al ministero della guida pastorale dove dovrebbe essere investito stabilmente nel settore della famiglia, del quartiere, degli anziani, nella Caritas..., ambiti intuibili nelle parole di San Paolo nella sua prima lettera a Timoteo.
Con piena convinzione per i miei 25 anni di esperienza di servizio, mi sento di affermare che, senza una qualche diretta "responsabilità" pastorale, pur in comunione con quella del parroco, è difficile far uscire i diaconi dall'essere "chierichettoni". Concordo pienamente con don Giovanni quando vede il rischio di nullificare questo ministero e i riscontri sono generalmente positivi. La conclusione di don Giovanni Giavini è anche la mia: "Allora avrà senso anche il suo apparire nelle liturgie".
Le parole "Non abbiate paura" spesso pronunciate dai vertici della chiesa, le rivolgerei in particolare ai preti, affinchè accolgano i diaconi come dono del Signore alla sua chiesa.
Sono grato a don Giovanni Giavini e a quanti, come lui, hanno compreso e credono in questo ministero"

Fin qui le parole del confratello diacono Ermanno Ballestracci di Pontassieve (FI) che ho voluto riportare per intero e che appaiono molto condivisibili. Dico questo nonostante che, in questo mio primo anno di ministero diaconale, ho concretamente avuto la possibilità di svolgere un servizio di responsabilità per la Chiesa diocesana avendo ricevuto, prima da S.E. Mons. Pier Luigi MAZZONI (ora Arcivescovo emerito di Gaeta) e ora confermato da S.E. Mons. Fabio Bernardo D'Onorio la responsabilità della Radio diocesana. La Radio, infatti, è un significativo strumento di comunicazione che ha un importante impatto anche pastorale. Ciò mi ha messo di fronte a delle responsabilità che sto cercando, con l'aiuto dello Spirito Santo, di onorare per il bene della Chiesa. Quindi se a livello diocesano l'attenzione al diaconato è buona, non altrettanto, mi sembra, accade nelle parrocchie dove, le constatazioni del confratello diacono Ermanno sono, purtroppo, condivisibili.

lunedì 6 ottobre 2008

Ho incontrato Klaus, diacono tedesco

Oggi pubblico il racconto di questo incontro. Forse è un po' lungo ma considerata l'importanza che ha per me approfitto della vostra pazienza e lo inserisco per intero.



(Nella Foto da destra il diacono Olindo, il diacono Klaus, il diacono Mario e io).



Lo accompagna Olindo Mariani, diacono della Diocesi di Latina. Lui, Klaus Roginger, 47 anni compiuti proprio oggi 9 ottobre 2008, è un diacono tedesco della Diocesi di Colonia in Germania che da qualche giorno è arrivato in Italia con la moglie Hildegund e i suoi due figli Mathea di 14 anni e Magnus di 15 anni. Con Klaus ci conosciamo tramite mail avendo lui scovato in internet prima il mio blog (http://diaconi.blogspot.com/) e poi il sito dedicato ai diaconi permanenti (http://www.ildiaconato.it/) che da qualche tempo ho lanciato nella rete e che curo personalmente con l’ambizioso obiettivo di realizzare un punto d’incontro virtuale per tutti i diaconi d’Italia.
Klaus è stato ordinato diacono il 15 novembre 1997 e presta il suo servizio ministeriale in cinque parrocchie di due cittadine distanti circa 40 chilometri da Colonia. Proprio quella Diocesi di Colonia che il 28 aprile 1968 vide l’ordinazione dei primi cinque diaconi della storia contemporanea. Proprio quella diocesi affidata a S.E. Mons. J. Frings che nel 1962, durante i lavori del Concilio si era dichiarato contrario alla restaurazione del diaconato. Ebbene Klaus, propriene proprio da quella diocesi e in questi giorni è ospite di Olindo a Terracina con la sua famiglia per una vacanza e non appena ha maturato l’idea di venire da queste parti ha pensato che fosse il momento giusto per incontrarci. Una bella iniziativa in quanto ci consente di aprire le nostre reciproche conoscenze con uno sguardo al diaconato su una dimensione europea.


Ci incontriamo sulla superstrada Formia/Cassino sabato 4 ottobre alle 10.00 per andare insieme a fare una visita all’Abbazia di Montecassino. Insieme a noi c’è la sua famiglia al completo, c’è il diacono Olindo Mariani e, invitato all’ultimo momento, il diacono Mario Elpini di Ausonia, la cui sorella per qualche anno ha abitato in un paesino proprio della diocesi di Colonia.
L’incontro è un abbraccio di simpatia reciproca fra tutti. Un momento bello di fraternità diaconale che abbiamo cercato e voluto e che ora riusciamo a concretizzare.
Questa occasione di incontro è molto importante in quanto ci consente di conoscere da vicino la realtà del diaconato tedesco dove il movimento per il ripristono di questo ministero aveva preso le mosse già all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale. Furono proprio alcuni sacerdoti e laici tedeschi a lanciare questa ipotesi prima del Concilio Vaticano II. Ricordiamo fra tutti il gesuita O. Pies, i laici j. Hornef e H. Kramer e il sacerdote W. Schamoni. Tra questi già nel 1951 fu Kramer a fondare la prima Comunità del Diaconato a Friburgo. Poi, nel 1954 ne nacque un'altra a Monaco con il fattivo appoggio dell’Arcivescovo J. Dopfner e del teologo K. Rahner.
Tutto ciò per dire quanto sia stata rilevante per la storia del diaconato il movimento originato in Germania e quanto, ancora oggi, per molti versi, la realtà tedesca offre motivo di riflessione per l’evoluzione e le prospettive del diaconato così come tratteggiate dalla Commissione Teologica Internazionale in un noto documento del 2003. Proprio questo documento, infatti, riconosce un forte sviluppo del diaconato nei paesi industrializzati del Nord, tra i quali la Germania.
Ecco allora il grande interesse ad entrare in contatto con il mondo tedesco che, occasionalmente, l’amico diacono Klaus permette di realizzare come primo approccio per una conoscenza più ampia e necessaria.
Klaus, che presta il suo servizio ministeriale in cinque parrocchie, è un diacono a “tempo pieno”. “Dopo l’ordinazione –ci racconta- ho lasciato il mio lavoro di insegnante e sono stato inviato, come diacono permanente, in alcune parrocchie dove collaboro con il parroco. Questo mio primo servizio l’ho svolto per otto anni. Poi –prosegue- nel 2005 mi è stato chiesto di trasferirmi in un altro luogo. In particolare, insieme alla mia famiglia vivo nella canonica della parrocchia di St. Elisabeth nella cittadina di Neuss. Collaboro con il parroco che cura altre quattro parrocchie. Il mio servizio si svolge in tre di queste parrocchie. Oltre a St. Elisabeth dove vivo, sono impegnato anche nelle parrocchie di St. Hubertus e St Martinus tutte e tre nel Comune di Neuss e contano complessivamente 8.000 abitanti. Ma, come dicevo, il mio parroco ha anche altre due parrocchie: una sempre nel Comune di Neuss, St Stephanus e una nel Comune di Korschenbroich-Glehn, intitolata a St. Pankratius. Con il parroco collaborano anche due cappellani e due laici che hanno studiato teologia. In totale la popolazione delle cinque parrocchie ammonta a circa 14.000 abitanti di cui almeno la metà è cattolica”.
Nel mentre Klaus mi racconta queste cose ci avviciniamo all’Abbazia di Montecassino. Siamo ai piedi della montagna e abbiamo già avuto modo di osservarla nella sua imponenza.
Klaus è attento al paesaggio e con curiosità getta lo sguardo alla storica Abbazia. Io gli spiego che il nostro Arcivescovo S.E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio è stato, fino allo scorso anno l’Abate e che ora il Santo Padre ha voluto donarlo alla Chiesa Gaetana. Lui annuisce e mi chiede notizie sulla storia di Montecassino. Nel mentre ci inerpichiamo sulla montagna provo a delineare alcune tappe della lunga e gloriosa storia del Monastero Benedettino culla e faro della cultura europea. Klaus appare veramente contento e meravigliato. Solo alla fine fornisco qualche breve cenno alla tragedia della seconda guerra mondiale e alla straordinaria opera di ricostruzione che è stata compiuta in questi decenni.
Ma eccoci all’ingresso del grande complesso architettonico che compone l’Abbazia. Ogni volta che si sale quassù, un brivido di emozione mi assale al solo pensiero della storia che ha attraversato queste spesse mura di pietra. Nel frattempo arriva un acquazzone che ci impedisce di scendere dall’automobile. E’ l’occasione per riprendere il colloquio sulla realtà del diaconato in Germania e ascoltare la sua esperienza.
Klaus racconta che nelle tre parrocchie dove lui presta il suo servizio amministra i battesimi, (quasi tutti celebrati fuori dalla messa), presiede al rito funebre nei giorni del giovedì e del venerdì e spesso ha celebrato anche i matrimoni. “E’ un servizio molto accettato dalla gente –dice Klaus- qui nessuno si meraviglia che sia un diacono ad impartire questi sacramenti e una volta al mese ho il compito di tenere le omelie in tre parrocchie. Anche questa –aggiunge- una bella esperienza che la gente apprezza. Tutto ciò è il frutto di una azione pastorale che la Chiesa porta avanti con convinzione”.
Intanto la pioggia è terminata e ci avviamo all’entrata. Il cancello è aperto e tutto il gruppo composto dalla famiglia di Klaus, da me e dagli amici Olindo e Mario ci avviamo verso l’entrata e il primo chiostro dell’Abbazia. Klaus è colpito dall’imponenza e dalla semplice bellezza di questo luogo così ricco di storia, di cultura e di arte. Per tutta la mattinata facciamo la nostra visita nel corso della quale non manca una capatina al negozio dei souvenir e all’antica erboristeria.
Verso le 12.30 siamo in macchina sulla strada del ritorno e cogliamo questa opportunità per riprendere il discorso sul servizio che svolge nelle parrocchie dove è stato inviato. “Oltre a curare la gestione delle tre parrocchie, guido le catechesi per le famiglie e quella per la 1° comunione che dura un semestre. Inoltre il venerdì porto la comunione agli ammalati. Tutto ciò, comunque, -prosegue Klaus- è in piena collaborazione con il parroco don Michael Tewes che ha 44 anni e che condivide la realtà del diaconato sostenendola e promuovendola con determinazione”.
Nel frattempo giungiamo presso la mia abitazione a Castelforte dove ho l’occasione di presentarli mia moglie Franca e i figli Domenico e Lucia. Per il pranzo ci raggiunge anche don Cristoforo Adriano, il parroco di San Giovanni Battista in Castelforte, e don Gustavo un sacerdote del Congo che è qui per aiutare nelle celebrazione. Nel corso del pranzo prosegue la conversazione e nel tardo pomeriggio Klaus e la famiglia accompagnato da Olindo (diacono di Priverno) ci lasciano per far ritorno a Terracina.


Ci rivedremo il giorno seguente presso l’Abbazia di Casamari dove abbiamo partecipato insieme (la sua famiglia, la mia e quella di Olindo) ai Vespri della domenica cantati dai monaci cistercensi. Anche questo un incontro arricchente. Ci lasciamo con la promessa che lui una volta in Germania mi invierà una relazione più dettagliata della sua esperienza diaconale e daremo un seguito e un futuro a questa bella amicizia che ci unisce nella fraternità diaconale.

mercoledì 1 ottobre 2008

I diaconi per i diaconi. Crescere insieme.



Il sito http://www.ildiaconato.it/ sta crescendo. In questi giorni sono stati inseriti altri contributi da parte dei diaconi (vedi link Liturgia - Come comportarsi in Chiesa a cura del diacono Pasquale Esposito). Inoltre è stata inserita una omelia del Vescovo di Reggio Emilia S.E. Mons. Adriano Caprioli dal titolo "Il coraggio di credere" che, tra l'altro, mette a fuoco l'esigenza di credere nel diaconato. Inoltre viene data notizia del seminario che la CEI sta dedicando al diaconato e che si terrà dal 17 al 19 novembre 2008 che ha per tema "Criteri di discernimenti e itinerari di formazione".

La collaborazione è aperta al contributo di tutti i diaconi ma anche di altri che desiderano sostenere l'esigenza di una maggiore conoscenza e approfondimento teologico del diaconato.